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Lazio scippata

Il rammarico di Brocchi in Lazio-Juventus

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Finisce male per la Lazio lo spareggio Champions. Pepe segna a tre minuti della fine di una partita dominata dalla banda di Reja e rilancia le ambizioni bianconere. Peccato perché il risultato è ingiusto e arriva quando Ledesma è stato espulso per doppia giallo e poco prima Floccari avrebbe meritato un clamoroso rigore a favore. Ma il pensiero che la lotta per il quarto posto abbia un epilogo già scritto cresce nelle menti dei tifosi presenti all'Olimpico dopo un altro arbitraggio scandaloso. Ora l'Udinese, ma col morale a pezzi e squalifiche e infortuni a rendere più difficile il cammino della Lazio. Reja sceglie un modulo speculare alla Juve, un 4-4-2 mascherato con Ledesma e Matuzalem perni centrali, Brocchi ed Hernanes sulle due fasce, davanti la coppia Zarate-Floccari. Delneri perde Marchisio e dà spazio a Pepe. Si rinfoltisce così la colonia di ex romanisti formata da Motta e Aquilani senza contare Buffon che molti vedono prossimo portiere giallorosso della Roma americana. Stavolta i laziali ci sono, eccome. Dopo tanto tempo l'Olimpico si riempie per spingere la banda di Reja: alla fine sono sessantamila gli spettatori con buona rappresentanza bianconera. Olympia fa il suo dovere, tre giri perfetti tra gli applausi della gente biancoceleste. Minuto di silenzio per Luigi Polentes, eroe della Lazio del '74, sporcato da vergognosi cori dei tifosi juventini: peccato. Si parte con i biancocelesti all'assalto e una Juve guardinga pronta a ripartire di rimessa. Hernanes e Zarate provano senza fortuna dalla distanza, Brocchi fallisce l'appuntamento di testa su lancio telecomandato di Ledesma. Sull'altro fronte solo qualche tentativo di sorprendere Garrido alle spalle con palloni lunghi sulla corsa di Krasic, per il resto domina la Lazio, senza colpire però. Intorno alla mezz'ora l'occasione migliore per Floccari che tira sulle gambone di Buffon in uscita. Pochi secondi e Matri potrebbe punire una disattenzione colossale di Lichtsteiner ma Muslera imita il più famoso collega e con la gamba sinistra evita l'ingiusta vantaggio ospite. Il primo tempo si chiude con l'ammonizione di Ledesma che salterà Udine tra le proteste dello stadio: stavolta Mazzoleni è troppo fiscale mentre sorvola su due «rigoretti» a favore dei biancocelesti per una mano galeotta di Chiellini e un intervento scomposto sempre dello stesso difensore su Hernanes. Tanta Lazio, poca Juve ma il punteggio non si sblocca e Delneri va negli spogliatoi soddisfatto per la tenuta della sua difesa. Si ricomincia senza cambi con la solita Juve sorniona e la banda di Reja che non sfonda. Dopo venti minuti sale in cattedra Mazzoleni: Floccari sfugge a Chiellini in area, sarebbe rigore e rosso ma l'arbitro fa finta di nulla. L'Olimpico s'infuria, Reja protesta per l'abbaglio dell'arbitro. Ma ora è un assedio con Zarate che fallisce l'appuntamento di un secondo e la Juve in sofferenza tanto che Delneri si cautela con Salihamidzic e Toni al posto di Motta e Matri mentre il tecnico della Lazio è costretto ad inserire Scaloni per l'infortunato Biava. A dieci minuti Ledesma rimedia il secondo giallo (stavolta decisione corretta), Reja toglie un attaccante Zarate e inserisce Bresciano per coprirsi e lo stadio fischia. Ha ragione perché Pepe punisce subito l'atteggiamento conservativo della Lazio: diagonale deviato da Scaloni e la beffa è servita. Juve in Paradiso senza merito.

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