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Bari-Roma rischia di segnare la storia di Daniele De Rossi.

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Itre turni di squalifica per la gomitata a Bentivoglio sono quasi scontati. Salvo ricorso accolto (e non è detto che la Roma lo presenti), quest'anno a De Rossi rimarrebbe solo la semifinale di ritorno di coppa Italia con l'Inter, più l'eventuale finale. Nel frattempo dovrà pagare un'altra multa salata, pari al 30% di una mensilità dello stipendio (stessa sanzione per Perrotta, come da regolamento interno), e prepararsi alla nuova ondata di critiche. Rispetto all'espulsione di Donetsk - che gli costerà tre turni nelle coppe europee dell'anno prossimo - stavolta il gesto folle almeno non porterà conseguenze in nazionale, «perché ora - spiega Prandelli - non ci sono le convocazioni. Daniele ha bisogno di serenità, sono convinto che la possa trovare a breve. Non gli do consigli paterni, basta suo papà». Fatto sta che la Roma non potrà disporre di De Rossi per la volata Champions. E poi? E poi chissà. Mai come ora il suo futuro è in discussione. Negli States DiBenedetto & Co. non hanno ovviamente gradito l'ultimo scatto di nervi del centrocampista. Così come i dirigenti del futuro, Baldini e Sabatini, sono costretti a una valutazione severa del suo rendimento tecnico nell'ottica di un rinnovo di contratto sempre più complicato. A livello di impatto sulla «piazza» non ci sarebbe momento migliore per separarsi. Sul piano economico, invece, è vero il contrario. Il bivio è vicino: o De Rossi abbassa le pretese (ultima richiesta presentata alla vecchia proprietà 6,3 milioni netti all'anno), o i saluti a giugno saranno obbligatori: il Real sarebbe l'interlocutore privilegiato, a patto che resti Mourinho. Se ne parlerà a brevissimo Ieri intanto pranzo tra ds Sabatini-Capozucca, alla Roma potrebbero interessare Palacio, Kucka e Criscito, al Genoa Julio Sergio, Bertolacci e D'Alessandro. Ale. Aus.

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