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Nani giganti

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Lo show del Barça contro il Real Madrid

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Aspettando la prossima magìa del giovane talento argentino del Barcellona, riparte il tormentone su chi sia, o sia stato, il più forte calciatore di sempre. Il dualismo Pelé-Maradona è ormai roba dei tempi andati e gli ultimi sondaggi rilanciati un po' ovunque, e che imperversano sui nuovi media, mettono il Pibe de Oro a confronto con il fenomeno, argentino pure lui, del Barcellona Lionel Messi. Paragone improbabile, dovuto alle mille diversità dei personaggi, ma anche dei momenti storici nei quali hanno vissuto e scritto la loro pagina nella storia del calcio: che Messi continua ovviamente a scrivere visti i suoi 24 anni. Confronto improbabile che ricalca un po' quelli asettici del passato in Formula Uno tra Prost e Lauda, o tra Senna e Schumacher. Tutti troppo diversi tra loro, ma soprattutto diverso era il tempo nel quale hanno «vissuto» il loro sport. Il calcio di Maradona, seppur di «solo» vent'anni fa, è lontano anni luce da quello veloce e asfissiante nel quale è costretto a muoversi adesso Messi. Praticamente un altro sport. È comunque il confronto tra due fenomeni: assoluti. Uno era di quelli baciati dal Dio del pallone, in grado di toccare la sfera come nessun altro e trasformare una squadra di medio rango (il Napoli) in corazzata in grado di vincere due scudetti: successi che hanno fatto entrare Maradona nella storia del calcio italiano e forse anche per questo «osservato» con più costanza dagli appassionati che lo hanno eletto a mito inarrivabile. Con lui tra l'altro l'Argentina ha fatto impazzire il Sudamerica e il mondo intero: prima degli scandali che lo hanno poi rimesso, inevitabilmente, in discussione soprattutto come uomo prima ancora che calciatore. L'altro invece è il personaggio positivo per antonomasia. Quel Lionel Messi al quale in giovane età avevano pronosticato un nanismo incurabile, che ha invece dribblato con la stessa facilità con cui salta gli uomini in mezzo al campo. Possesso palla, velocità e una capacità di accelerare impressionante: unica. Non si fatica a definirlo l'uomo più decisivo del calcio moderno, uno in grado di segnare cinquantadue gol in cinquanta partite, di dispensare assist ai compagni grazie però anche alla squadra stellare che gli ruota attorno. I furetti usciti dalla «cantera» del Barcellona, sono un aiuto indispensabile per il «nano gigante» che vesta la maglia numero dieci dei blaugrana. Altro «fil rouge» con il suo predecessore che proprio con il numero 10 dell'Argentina, aveva riportato la nazionale ai fasti di un tempo vincendo un mondiale nel 1986 e arrivando secondo a Italia '90 complice quel gol di Brehme all'85' che incoronò la Germania all'Olimpico: vittoria discutibilissima. Difficile quindi trovare il migliore, decidere chi tra Maradona o Messi sia il più forte di sempre, senza per altro far torto ad altri fenomeni del passato del calibro di Pelè. Una cosa è certa, il Pibe de Oro e la Pulce Atomica, hanno vinto a mani basse il loro personalissimo campionato del mondo del riscatto fisico: da «nani» a giganti inarrivabili.

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