Lavoriamo per il futuro

Ceuna giubba che in Italia - e un tempo nel mondo - che un fantino indossa sempre con qualche brivido. È quella bianco candido con croce di Sant'Andrea rossa della Razza Dormello Olgiata: i colori di Federico Tesio, di Nearco, di Ribot e oggi di Ovidio Pessi. Sessantasei anni di Calci (in provincia di Pisa, «dovevo nascere a Livorno ma i miei nel 1944 erano sfollati lì per la guerra») è l'unico ad essere stato prima monta e ora allenatore della storica scuderia, nata nel 1932 dalla associazione fra il «mago» e Mario Incisa della Rocchetta, entrambi piemontesi, uno allevatore-allenatore e l'altro nobile. «Il Premio Regina Elena l'ho vinto nel 1980 in sella a Tibalda, preparata da Ubaldo Pandolfi, l'ultima delle ventidue dormelliana a centrare questa corsa. Da trainer invece l'ho sfiorato un paio di volte, l'ultima nel 2002 con l'americana Sweetsoutherngirl, Dolce Ragazza del Sud, seconda (a bordo il giapponese Ikezoe) a mezza lunghezza da Sadowa, con Demuro in sella», ricorda Pessi che dal luglio 2003 è a Bolgheri, sui 160 ettari del marchese Niccolò (figlio di Mario) Incisa della Rocchetta, allevamento di purosangue e centro di allenamento della Dormello Olgiata accanto alle vigne del Sassicaia. Nell'ultimo Premio Parioli il loro Duchamp si è giocato in volata la vittoria con il romano Al Rep, ma domenica non ci sarà nessuna rossocrociata al via. L'ultima a piazzarsi è stata un'allieva di Ovidio, Louise Aron, terza (con la monta del francese Thulliez) a poco più di una lunghezza dalla vincitrice My Sweet Baby. «Ne stiamo tirando su una per il 2012, Zatkova. Anche adesso però alla Dormello vale la regola di Tesio: compiuti i tre anni se si vuole avere una buona fattrice, le cavalle vanno messe in razza». Così è stato per Tibalda e, prima, per Tadolina, ultima delle 6 monte vincenti di Enrico Camici nel Premio dedicato alla sposa di Vittorio Emanuele III. «L'Elena di quest'anno ha buone protagoniste, ma non eccezionali», conclude l'ex-jockey, dal 1977 al 1982 quando chiuse la carriera in sella con il successo dell'imbattuto Maffei, trainer sempre Pandolfi, nel Presidente della Repubblica. Poi inevitabile, l'inizio di un nuovo ciclo, di allenatore, con la chiamata nel 2010 a presiedere l'associazione dei mister del galoppo.Enr. Ton.