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Leo sogna ancora lo scudetto

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DanielePalizzotto I campioni del mondo sono ancora vivi. Magari fuori condizione, sicuramente stanchi, ma i giocatori dell'Inter non hanno perso l'orgoglio né la voglia di lottare. La partita con la Lazio valeva mezza stagione: uscire nei quarti di Champions può succedere, anche se eliminati dal modesto Schalke, ma perdere il terzo posto in campionato non era un'ipotesi accettabile. Per questo i tre punti conquistati contro la squadra di Reja valgono doppio: a quattro giornate dal termine l'Inter ha riconquistato il secondo posto grazie al passo falso del Napoli ed è praticamente sicura della qualificazione diretta alla prossima Champions. «Abbiamo vinto una partita difficile – ha dichiarato Leonardo a fine gara – siamo rimasti in dieci dopo 20', siamo andati sotto e non era facile rimontare. I ragazzi sono stati fantastici». Merito anche del tecnico brasiliano, che nel momento più difficile, quando tutto sembrava perso e l'ombra di Mou si stagliava minacciosa sulla panchina nerazzurra, ha saputo rivedere le proprie idee iperoffensive, comprendendo le difficoltà fisiche della squadra e disegnando uno schieramento più accorto. «Abbiamo cambiato il modo di stare in campo – ha spiegato Leo – avevamo bisogno di maggiore organizzazione. Creiamo poco in attacco? Prima ci accusavate di essere sbilanciati». I numeri danno ragione a Leonardo: 43 punti in 19 gare di campionato (un girone esatto) e 10 vittorie su 10 gare giocate a San Siro (l'Inter è all'11ª vittoria casalinga consecutiva). «Numeri incoraggianti – ha osservato il tecnico – mantenere questa continuità di risultati è molto positivo. Abbiamo avuto una flessione fisica e sbagliato qualche partita: è giusto criticare l'allenatore, ma i giocatori hanno sempre dato l'anima». Leonardo è felice perché Eto'o ha ritrovato la via del gol (33° stagionale, 20 in campionato), perché Sneijder è tornato decisivo ed è rimasto in campo nonostante i problemi intestinali e anche per la dichiarazione di fiducia dal presidente Moratti («Vogliamo proseguire con Leo»). «Ma ora penso soltanto alla partita di Cesena – ha sottolineato il brasiliano – perché io sono ottimista e spero ancora nello scudetto. Poi, certo, ho un contratto fino al 2012 e voglio rimanere qui. Ho tanta voglia di vincere». La stessa voglia di vincere dimostrata da Castellazzi, chiamato in causa dopo l'espulsione di Julio Cesar e rimasto in campo nella ripresa nonostante una botta alla gamba, e Stankovic, bloccato dall'ennesimo problema muscolare: «Un piccolo stiramento all'adduttore – ha spiegato il serbo – ma contava vincere e ce l'abbiamo fatta dimostrando grinta e determinazione». Sogno scudetto impossibile? «La matematica ci regala ancora una speranza – ha sorriso capitan Zanetti – lotteremo fino alla fine».

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