Incredibile ma vero: la Roma è ancora in corsa per l'ultimo posto buono in Champions.
Oltreal gol di Perrotta che dopo quattro minuti ha messo in discesa il pranzo giallorosso (bellissimo lo striscione apparso un Sud contro le partite alle 12.30: «C'ho ancora le caccole all'occhi»), ci hanno pensato le sconfitte di Lazio e Udinese a lasciare aperta, seppur minimamente, la porta per provare a mettere un piede nella Champions del prossimo anno. Cosa che fa schizzare alle stelle l'umore di Montella & Co., ma anche aumentare a dismisura i rimpianti per una stagione che la Roma ha buttato al secchio troppe volte. Ma in questa insolita mano di traversone che è il campionato di serie A, anche un Vucinic che continua a restare a secco e sbagliare gol incredibili (ieri almeno altri due esagerati dopo l'abbuffata col Palermo), può continuare a sperare di poter giocare in Champions League il prossimo anno. Magari anche entrando dalla porta di servizio costituita da un preliminare in agosto che non farà comodo a nessuno: giocatori in primis. Comunque in un Olimpico desolatamente vuoto, contro un Chievo troppo inferiore dal punto di vista qualitativo, alla Roma è bastato il gol di Perrotta imbeccato da De Rossi (a sua volta «illuminato» da un Totti in condizione stellare) ad archiviare la pratica tre punti. Il capitano, ancora una volta migliore a paletti dei suoi, non ha intaccato il record di Baggio rimanendo fermo a quota 204 gol in A con la maglia della Roma, ma ha distribuito gioco e palloni spettacolari per i compagni. Ha messo di fatto tutti i suoi colleghi «offensivi», Brighi compreso, davanti al portiere palla al piede. Detto di Vucinic che ormai sembra avere un problema psicologico con il gol (Montella aspetta che si sblocchi al più presto), anche Brighi messo in porta da Totti ha sbagliato una cosa incredibile, per non parlare di Menez al quale stavolta anche il palo ha detto «no». Il francese è andato un po' meglio dell'ultima uscita, ma continua a giocare a sprazzi alternando giocate a momenti di black-out totale al punto che il suo feeling con l'Olimpico sembra essere ormai incrinato e il giorno dell'addio sempre più vicino. In difesa altro dominio di Burdisso, uomo ovunque con Juan sempre in avanti sulle palle inattive: ha sfiorato in gran gol di testa nella ripresa. Per il futuro lì dietro c'è da stare sereni, anche se servirà qualcosa da integrare vista la partenza di Mexes. A conti fatti stavolta DiBenedetto & Co. possono sorridere, se non per la prestazione (comunque in crescita ma che ha rischiato anche di non bastare perché il Chievo più volte ha rischiato di fare l'ennesimo «scherzetto» alla Roma), almeno per li risultato. Con una Roma in Champions il lavoro di ricostruzione che si apprestano a fare sarebbe tutta un'altra cosa. Ora le ultime quattro partite: fondamentali. Con dodici punti si resta nell'Europa che conta... difficile, ma non impossibile.