Roma al capolinea
Finisce qui, la stagione della Roma, nel modo più inglorioso, nessun traguardo perseguibile, anche la Coppa Italia diventa un miraggio. A un'Inter convalescente, ma ancora lontana dalla sua versione migliore, concede i riguardi puntualmente riservati a chi si trova in difficoltà. Decisiva la rete, spettacolare, di Stankovic, ma la Roma vista in campo ieri sera non appare sicuramente in grado di rovesciare la situazione nella partita di ritorno al Meazza. Pochi da salvare tra i romanisti, forse il solo Burdisso meritevole della sufficienza piena, almeno ha evitato ilnaufragio in qualche occasione. Irridente la disinvoltura con la quale i milanesi hanno amministrato nella ripresa il vantaggio maturato a pochi secondi dal riposo. Possesso di alla insistito, nulla concesso a rivali sulle gambe. Trentamila all'Olimpico, Curva Nord vuota, tribuna d'onore con presenze illustri, su tutte quella di Prandelli, Totti spettatore. Ma il teppismo non ne vuole sapere di lasciare in pace i tifosi civili, fischi all'inno nazionale e poi fumogeni e petardi a gogò, arriveranno nel migliore dei casi multe pesanti. Subito iniziativa stabile per l'Inter, senza Eto'o e Pazzini e con Thiago Mottra in tribuna. Dopo cinque minuti il primo episodio significativo, su uscita avventata di Doni, la porta spalancata, per fortuna della Roma Stankovic spinge Juan, vanificando la facile conclusione a rete. Poi la più limpida occasione giallorossa: sull'errore di Ranocchia, Borriello dalla sinistra dell'area mette Vucinic in condizione di toccare in rete senza problemi, il montenegrino fa peggio rispetto alla gara col Palermo, colpisce in modo incomprensibile. Ormai ogni sua apparizion e all'Olimpico è una tortura, nervi scoperti testimoniati anche dalla gomitata a Lucio in avvio di secondo tempo. Subentra l'equilibrio, si attenuano i ritmi vertiginosi della fase di avvio, ancora un reclamo interista per un mano di De Rossi non del tutto innocente. Le difese si fanno più attente, impeccabili Lucio da una parte e Juan dall'altra, Cassetti meglio nella spinta che nella copertura, Vucinic fa di tutto per farsi perdonare, assidue le iniziative, però quello con Borriello è un dialogo fra sordi, mai un movimento realmente in sintonia. Quando sembra tutto rimandato alla ripresa, un appoggio di Cambiasso ispira Stankovic per l'arresto ai venti metri e la battuta di collo destro esterno, pallone nell'angolo alto, Doni non può farci nulla. Molti cartellini gialli, pesanti quelli per Taddei e Ranocchia, salteranno il match di ritorno a San Siro. Roma all'assalto nel secondo tempo, Inter chiusa e attenta, poi Borriello esce per un colpo alla testa, dentro Menez, ma si perde una preziosa torre in attacco. Squadre più lunghe, Ma i soli pericolosi nelle incursioni sono i nerazzurri, dalla montagna delle sue velleità offe nsive la Roma non riesce a trarre neanche un innocuo topolino, zero tiri in porta, zero occasioni, anzi Doni deve salvare su Pazzini, ma non è che il mancato raddoppio conforti le labili speranze romaniste. Stasera il secondo atto di questo penultimo turno, al Meazza. Innegabile divario tecnico a favore del Milan, che potrà schierare Ibra squalificato in campionato, ma le maggiori motivazioni le avrà senza dubbio il Palermo di Delio Rossi, che vuole giocarsi questa rimanente chance di ribalta. La finale sarebbe un traguardo importante per i siciliani, dopo una stagione non negativa, ma forse di livello inferiore alle attese e alle potenzialità di una squadra ricca di giovani talenti.