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Montella, cuore e orgoglio

Il neo allenatore della Roma Vincenzo Montella

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Ultimo treno per salvare almeno la faccia in questa stagione da dimenticare. Montella sa bene quanto male abbia fatto la sconfitta col Palermo alla squadra, all'ambiente e a una nuova proprietà ormai alle porte. C'è la necessità di voltar pagina per il futuro, ma anche di andare avanti in questa coppa Italia che diventa paradossalmente l'unico obiettivo stagionale: incredibile ma vero. Alla vigilia il tecnico giallorosso, dopo la strigliata post-Palermo, chiama a raccolta i suoi. Chiede coraggio, voglia, personalità: tutte le cose che sono mancate in questo ultimo spezzone di stagione. «La Coppa Italia - attacca Montella - sia per la Roma che per l'Inter è quasi l'ultimo traguardo stagionale. Si affronteranno due squadre ferite per il cammino avuto in campionato, per questo credo serviranno grosse motivazioni. Vincerà chi avrà maggiore personalità e temperamento». Che detta così annuncia l'ennesima sconfitta per una Roma mancata proprio in queste caratteristiche fondamentali. Inutile avere una squadra di fenomeni, se poi sono proprio loro a mancare, a lasciare a piedi chi invece fa legna dalla mattina alla sera. «La differenza - continua il tecnico giallorosso - la farà la personalità più che i colpi dei singoli. Chi indossa la maglia della Roma non deve avere solo talento ma anche temperamento, carattere per reagire a situazioni come quelle capitate a noi in questo periodo». Il messaggio per la coppia Menez-Vucinic è chiaro, lo stesso che i senatori del gruppo avevano sottolineato subito dopo l'imbarazzante ko casalingo contro il Palermo. E un mercato ormai alle porte, una situazione societaria in piena evoluzione e tutto il resto non contano: non possono essere un alibi per nessuno. «Se c'è un giocatore che vuole andar via - spiega deve fare bene in campo e dimostrare di meritare una squadra migliore della Roma. E magari non essere amati può essere anche da stimolo per dare di più. Se vuole un giocatore può trovare le motivazioni in ogni partita». Non si sente tradito dai suoi per l'ennesima figuraccia, ma quella contro il Palermo è una storia che quest'anno si è ripetuta fin troppe volte quest'anno. «Non mi sento tradito, credo anzi che i giocatori stanno dando quello che possono dare in questo momento. ma è evidente che dove si poteva fare il salto di qualità quest'anno si sono invece ripetuti sempre gli stessi errori e non può essere un caso». Inutile provare a chiedergli se in questa Roma, arrivati a questo punto, può servire una vera e propria rifondazione, perché sull'argomento gira largo così come sui discorsi legati al suo futuro. «Il mio lavoro verrà valutato da chi c'è adesso in società o da chi magari arriverà. Sulla scelta del prossimo allenatore non credo inciderà l'età. Verrà scelto in base alle caratteristiche, se sarà valutato all'altezza oppure no, capace oppure no. Io comunque sono sereno e continuo a fare il mio lavoro». In chiusura una battuta su Lotito, la task-force e le battute sugli americani: anche qui Montella fa il diplomatico. «Evidentemente parlano più spesso loro di noi, che noi di loro. Lotito? A volte è anche divertente».

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