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Gli Usa infiammano la tifoseria

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«Unpasso storico, come lo sbarco degli americani sulla luna». Solo che stavolta la bandiera a stelle e strisce è stata picchettata sulla Roma. Per i tifosi della «Magica», l'arrivo del consorzio statunitense guidato da Thomas DiBenedetto riempie a dismisura il cassetto dei sogni, rimasto chiuso a lungo negli ultimi anni, dilata le aspettative future di una società costretta nell'ultimo periodo con la famiglia Sensi ad autofinanziarsi. «Adesso ci vogliono investimenti, acquisti mirati e programmazione» la richiesta numero uno della tifoseria giallorossa che rimbalza tra etere radiofonico e social network. A scatenare il dibattito sono soprattutto alcune dichiarazioni fatte nella notte da DiBenedetto: «Con le nuove regole del fair-play finanziario sarà sempre più importante selezionare i migliori giovani. Per questo voglio i migliori manager». Parole che hanno innescato l'inevitabile valzer di nomi per la Roma «made in Usa». Buffon, Bale, Mascherano, Sanchez, Pastore, Neymar gli obiettivi più gettonati tra la tifoseria giallorossa, che si ritrova d'accordo solo su un punto: «Totti non si tocca». Decisamente meno compatto il fronte quando si tira in ballo l'allenatore che dovrà guidare la squadra: Montella e Ancelotti guidano il gruppo, ma c'è chi sogna ancora Guardiola o Wenger, e qualcuno rivedrebbe bene nella Capitale anche Zeman. E il tecnico boemo richiama alla mente la presidenza di Franco Sensi che, nel giorno del passaggio di mano, non viene dimenticato dalla tifoseria: «L'era Sensi è stata grande, l'era DiBenedetto sarà grandiosa», «Americani ora rimboccatevi le maniche e datevi da fare per la Magica. La nostra passione non verrà mai meno: vediamo la vostra! Tutto si poteva dire dei Sensi tranne che non amassero la Roma». Immancabile, infine, lo sfottò da parte dei cugini della Lazio: «Con DiBenedetto i romanisti non esulteranno più per gol o scudetto, ma per touchdown e Super Bowl».

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