Un giaguaro nella storia
GiovanniMassini «Questa è l'auto più bella del mondo». Un'affermazione importante, soprattutto se fatta dal grande Enzo Ferrari, anche lui conquistato dal fascino della Jaguar E-Type. Per gli appassionati è una delle auto più veloci mai prodotte, per i meno esperti è l'auto di Diabolik, ma una cosa è certa: a vedersela davanti fa venire ancora la pelle d'oca. Presentata nel 1961 al salone dell'auto di Ginevra, la mitica «Jaguar E» già montava un poderoso 3.8 litri 6 cilindri in linea, capace di 268 Cv, 359 Nm di coppia massima e toccava i 242 km/h. Il cambio era un 4 marce, con prima non sincronizzata e l'assetto si giocava su quattro ruote indipendenti, con differenziale posteriore autobloccante. Dati tecnici a parte, è l'aspetto puramente emozionale, frutto del genio di Malcom Sayer (ingegnere aeronautico), che consacra quest'auto come la musa ispiratrice delle sportive di tutti i tempi. L'auto era dura, scomoda, nervosa da gestire, ma ha vinto ben cinque edizioni di Le Mans ed in mano a «gentleman driver» di una certa esperienza è tuttora in grado di portare l'adrenalina a livelli di guardia. Al momento del lancio, costava l'equivalente di 38.000 sterline di oggi, circa la metà delle dirette concorrenti, ma avrebbe avuto successo anche se l'avessero commercializzata al triplo del prezzo. Quando ad aprile dello stesso anno arrivò al salone di New York, in versione coupé e spider, anzi «roadstar», per usare il termine della casa, spopolò. Tra i possessori illustri figurano Steve McQueen e Brigitte Bardot. La mitica «E» è rimasta in produzione per 14 anni e, per un breve periodo, ne fu prodotto anche qualche esemplare 2+2. A livello estetico è comunque cambiata poco, sostanzialmente sono sparite soltanto le coperture dei fari. L'evoluzione tecnica, invece, ha fatto il suo corso, soprattutto sotto il cofano: nel 1965 è arrivato un motore di 4.2 litri e nel 1971 un V12 di 5.3 litri da 272 Cv. In tutto ne sono state prodotte 70.000 e se ne trovano ancora in perfetto stato, ma per averne una bisogna mettere pesantemente mano al portafogli.