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Ebbene sì, ora è tutto vero! La Roma è il primo grande club del nostro calcio a finire in mani estere.

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Inun nanosecondo tutto il resto è passato, ci sono solo loro al comando aspettando che i dettagli burocratici rendano operativa una macchina da guerra colossale che ha già iniziato a muovere i primi passi. Gli ultimi attriti si sono dissolti nella notte, ma solo dopo l'ennesima battaglia a suon di contrattazioni, proprio su una delle questioni più care alla banca: gli interessi di un prestito che l'istituto farà alla Roma: e quindi a se stessa. Mah... Ma come dicevamo è già passato e quello che interessa ora al popolo romanista, dato il giusto plauso al contributo alla causa giallorossa di Franco Sensi, è il futuro della Roma. Solo quello in questo senso interessa a una piazza che ha passato gli ultimi mesi a discutere di azioni, sbirciare listini, sondare fidejussioni e far conti con un debito spropositato. È il momento di sognare, di tornare a pensare in grande, avendo però la consapevolezza che la strada da percorrere insieme ai nuovi proprietari sarà lunga e non sempre assolata. Servirà riscostruire da capo molte cose, riportare alla luce zone d'ombra per troppo tempo dimenticate e fare un'analisi attenta di cosa di buono ci sarà da salvare. Eppoi c'è la squadra: ossia la Roma vera, quella che scende in campo e che sta poi alla base di tutto (cosa che in troppi hanno per molto tempo dimenticato anteponendo interessi personali e ambizioni smodate). In questo senso i 40 milioni pronti da mettere sul mercato sono una garanzia non male, che associata ai primi uomini scelti da DiBenedetto & Co. fanno tornare a sognare i tifosi romanisti. Serve precisione d'intervento, dinamismo, capacità, ma anche chiarezza, perché questo più che mai è un momento delicatissimo: e non solo della stagione in corso. Inutili quindi le ultime tensioni che hanno rischiato di mettere di traverso più volte l'umore americano, ma sul quale alla fine ha prevalso il buonsenso: la voglia di chiudere un affare epocale ed entrare nella storia della Roma. Poi una volta dentro (ossia ora), si inizia a fare sul serio: in tutti i sensi. Ecco, l'avviso ai naviganti è proprio questo: adesso basta tensioni, lasciamo lavorare la nuova proprietà e consentiamogli di voltare davvero pagina: perché i nomi che circolano sui «papabili» per un posto nel cda sponda banca, fanno intendere esattamente il contrario. Basta così, abbiamo già dato... Grazie e buon lavoro!

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