Roma: Montella se la gioca
E se restasse Montella? Possibile, anzi, probabile. Strano ma vero: un allenatore alle prime armi «rischia» di ritrovarsi seduto sulla panchina della Roma nell'anno che aprirà una nuova era. L'era del cambiamento, del rilancio portato dalla ventata di idee americane che sta soffiando sempre più forte su Trigoria. La scelta più delicata, insieme alla conferma o meno di De Rossi, sta impegnando da settimane i futuri dirigenti del club: Franco Baldini e Walter Sabatini. Al momento il lavoro di ricerca non ha portato risultati concreti tra le mani. E allora diventa obbligatorio lasciare Montella in testa alla lista dei candidati. Il tecnico ha conquistato tutti in pochi giorni a Trigoria, può contare su un feeling speciale con i giocatori e un'immagine «pulita» che non dispiace affatto agli americani. Ultimo, ma non meno importante, ha l'età giusta per sposare un progetto a media scadenza. Allo stesso tempo, DiBenedetto & Co. non possono permettersi di commettere errori in partenza: affidare una squadra che sarà un «cantiere» a un allenatore senza esperienza (e patentino: ieri era a Coverciano per seguire una lezione) sarebbe sicuramente un azzardo. La decisione è comunque legata al finale di questa stagione: un conto è cercare un tecnico per una Roma in Champions, con l'«aggravante» di un preliminare da affrontare in estate, un altro è programmare una stagione di rilancio con l'obiettivo di tornare nell'Europa che conta. E qui sta il grande paradosso che tiene in sospeso Montella: ha più chance di restare se non porta la squadra al quarto posto. Baldini e Sabatini stanno ragionando sui pro e i contro della sua conferma: presto, molto presto, potranno vederlo all'opera a Trigoria e si faranno un'idea più completa sui suoi metodi di lavoro. Intanto i due dirigenti, in primis Baldini, hanno avviato i contatti con gli altri candidati. Il futuro dg giallorosso ha parlato già un paio di volte con Guardiola, prospettandogli di seguirlo nell'intrigante avventura romana. Risposta? Vorrei ma non posso. Il tecnico più ammirato del mondo non può ancora liberarsi dal Barcellona. Eppure il suo rapporto con l'intero universo «blaugrana» non è più così speciale. Molto dipenderà dalla Champions di quest'anno: se Guardiola centrerà il bis, battendo anche Mourinho, potrebbe decidere di lasciare da supervincente il Barcellona la prossima estate. E in quel caso l'idea-Roma lo stimolerebbe. Se dovesse venire ad allenare in Italia, lo farebbe solo per raggiungere Baldini. Tra i due c'è un rapporto speciale ma per ora l'«incontro» a Trigoria resta un sogno nel cassetto. Quel sogno lo avrebbe anche Ancelotti. Almeno a parole. Il ritornello «un giorno allenerò la Roma» si ripete ormai quasi quotidianamente ma sul quando restano tanti dubbi. «Non l'anno prossimo» continua a dire Ancelotti, nonostante la sua avventura al Chelsea sia avviata ai titoli di coda dopo l'eliminazione di ieri dalla Champions. Carletto sembra tentato più da un'esperienza a Madrid nel caso in cui Mourinho lasciasse libera quella casella. In ogni caso per lui è meglio rinviare l'approdo a Roma: nella sua ottica preferisce osservare prima da lontano l'avvio del progetto americano. Ancelotti accetterebbe di anticipare i tempi solo in caso di qualificazione alla prossima Champions ma vorrebbe dettare in prima persona gli acquisti: cosa che si scontra con la filosofia di Baldini e Sabatini. L'altra idea per la panchina si chiama Villas Boas, il tecnico del Porto che si è conquistato la stima dei migliori club dopo aver messo in pratica i segreti del mestiere rubati a Mourinho. Baldini lo ritiene il tecnico perfetto per la rinascita romanista ma ha scoperto di essere arrivato troppo tardi: Villas Boas sarebbe già in parola con il Liverpool. Gli altri nomi, da Gasperini a Mazzarri, non convincono nessuno nella nuova Roma. Per adesso Montella può continuare a dormire sonni tranquilli. Ma senza illudersi: la carta a sopresa può uscire in qualsiasi momento.