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Il basket si colora di nero

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Edi nero si tingeranno anche gli spalti. Una giornata eccezionale, senza precedenti, quella che la pallacanestro si appresta a vivere. In nome della lotta a ogni forma di razzismo. «Vorrei la pelle nera» è lo slogan della campagna promossa dalla Federbasket, che dopo gli insulti ad Abiola Wabara, azzurra di colore della Bracco Geas Sesto San Giovanni, dalle parole di solidarietà è passata ai fatti, raccogliendo adesioni unanimi da parte di Lega di Serie A, Legadue, Lega Nazionale Pallacanestro, Legabasket Femminile, Usap, Giba e Aiap. Ma la polemica non si placa: non c'è stato alcun episodio di razzismo, Abiola si scusi, dicono gli ultrà di Como e Cantù. «Hanno perso un'altra occasione», risponde il presidente della Bracco. Mentre lei, l'azzurra coloured, applaude la Fip. «Bellissima iniziativa, speriamo serva a far riflettere». Contro i tifosi razzisti il presidente Fip Dino Meneghin vorrebbe di più: «le società li individuino e li caccino, li prendano per la collottola e li portino fuori, così come fanno negli Stati Uniti. Così questi mentecatti capiscono come comportarsi». Intanto dagli ultrà di Como e Cantù arriva una dura presa di posizione: «noi al palazzetto non c'eravamo, ingiuste le accuse e ancora più ingiuste perchè quegli insulti razzisti non ci sono stati». E concludono: «Abiola Wabara si scusi con noi e soprattutto con chi subisce il vero razzismo».

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