Totti infinito
Lo insegue, lo raggiunge, lo vede svanire a tre minuti dalla fine, lo ritrova all'ultimo istante: così il sogno di Champions che la Roma coltivava a Udine resta vivo. Dopo un primo tempo povero di palpiti, una ripresa da romanzo: il fallo del solito Pinzi, che un favore alla Roma non lo nega mai, il cucchiaio di Totti dal dischetto che toglie qualche anno di vita a Montella. Poi, la puntuale renitenza a uccidere una partita vinta, il pari di Di Natale: che aveva chiesto il cambio alla mezz'ora senza convincere Guidolin, infine l'ultimo assalto, l'eterno capitano a firmare il miracolo, lui che era stato di gran lunga il migliore in campo. Senza sottovalutare le puntuali prestazioni di Burdisso e Juan, il gran lavoro di De Rossi, la Roma migliore si è vista però quando i vecchi Taddei e Perrotta hanno regalato nuova spinta e altre iniziative, mentre ha inciso poco l'innesto di Borriello, con modifica del modulo che questa squadra ha preso a prediligere. La vittoria dell'Inter sul Chievo, nel tardo pomeriggio, aveva sancito una realtà già facilmente prefigurabile, per la prossima Champions soltanto uno il posto disponibile, le milanesi e il Napoli a contendersi lo scudetto, ma già con un futuro assicurato nell'Europa nobile. Una ragione in più perché Montella avvertisse l'esigenza del solo risultato capace di riportare la Roma in linea di galleggiamento per tentare l'assalto all'unico traguardo capace di restituire dignità a una stagione da dimenticare. Ricorso alle forze fresche con sacrificio dei senatori Perrotta e Taddei: e se Rosi ha messo in campo corsa e buona volontà, pur mancando quasi sempre il cross, Brighi è apparso a disagio nel ruolo di incursore che pure, in passato, aveva interpretato dignitosamente. Dopo avere contenuto il buon avvio dell'Udinese, priva di Sanchez e con Di Natale e Isla non al meglio, la Roma è apparsa più viva e determinata nei venti minuti finali del primo tempo, purtroppo l'ispirazione di Totti non ha trovato felice supporto in Vucinic, diviso tra il presidio della fascia e gli inviti ai tagli sul centro, mentre i due playmaker Pizarro e De Rossi trovavano attenzione e puntuali raddoppi da parte degli avversari. Pochi e non difficili gli interventi di Doni, neanche un'autentica occasione da gol per i friulani, in realtà la parata più difficile del primo tempo l'ha firmata Handanovic per rimediare a una deviazione di testa di Zapata. Ammoniti Cassetti e Juan ma quest'ultimo, diffidato, salterà la gara con il Palermo, brutta tegola vista la forzata rinuncia a Mexes. Poi quel secondo tempo pazzesco, il finale tra i veleni, le proteste Udinese per un gol annullato, però segnare con le mani, come aveva fatto Asamoah, non è lecito. La Roma non usurpa nulla.