Adesso tocca a Borriello
Stavolta tocca a lui. O almeno dovrebbe, perché in questi casi i condizionali sono d'obbligo, visto che Borriello a un certo punto di questa stagione assurda sembrava un titolare inamovibile: così poi non è stato. In questo senso era andato lo sfogo con quel labiale («proprio io resto in panchina che ho segnato 25mila gol?») che aveva mandato su tutte le furie molti all'interno del fortino di Trigoria. Adesso Montella, in questo ultimo squarcio di campionato, con una Champions sul punto di diventare un sogno irrealizzabile, prova a sorpresa la carta Borriello: o meglio lo prova in coppia con Totti, cosa che lo costringerà a cambiare in corsa la sua Roma. Il sacrificato, vista la chiamata «fuori» di Menez, sarà ovviamente Vucinic. Il montenegrino non è riuscito in questa ultima fase a dare il contributo offensivo sperato e Montella ha bisogno di cambiare qualcosa: anche dal punto di vista mentale. La mossa della disperazione contro la Juve, quando a partita già ampiamente compromessa ha messo dentro Borriello con Totti e Vucinic, deve aver innescato qualcosa nella testa del tecnico giallorosso che stavolta ci sta lavorando seriamente. Sono già un paio di giorni che la «non coppia» lavora assieme con Montella che spiega movimenti nuovi e pensa a un centrocampo imbottito proprio per garantire ampia libertà di manovra ai due attaccanti lì davanti. Ieri Borriello ha rimediato una botta al polpaccio che lo ha costretto ad interrompere l'allenamento, ma lo staff medico giallorosso non è preoccupato. Quella in programma domani sera a Udine sarà una partita chiave per il futuro in Europa (e non solo) della Roma e Montella non si può permettere di sbagliare. Ecco allora che dopo aver elogiato Borriello per il contributo dato alla squadra anche dalla panchina (gli è piaciuto l'atteggiamento di partecipazione in caso di vittoria), Montella ha capito che è arrivato il momento di mandarlo in campo da titolare. Una cosa che non succede dal derby vinto contro la Lazio dopo il quale è stato nuovamente relegato in panchina complice anche il momento d'oro di capitan Totti. Una storia che si ripete nel destino di questo giocatore fisicamente fortissimo, che difende il pallone come pochi altri al mondo, ma che spesso è finito insolitamente in panchina: nonostante abbia segnato 55 gol nelle sue 179 gare disputate in serie A da quando è professionista. Una carriera che lo ha visto indossare le maglie di Milan, Treviso, Triestina, Empoli, Reggina, Sampdoria e Genoa prima di approdare alla Roma. Poca fortuna invece in nazionale. Lippi lo ha privato ingiustamente di un posto nella spedizione in Sudafrica, mondiale prima del quale Borriello si era messo molto in luce con la maglia del Milan pur non giocando sempre titolare. Nelle sette presenze registrare dall'esordio in azzurro il 6 febbraio nell'amichevole a a Zurigo contro il Portogallo, non ha mai segnato. A Udine avrà quindi l'occasione del riscatto, la possibilità di giocarsi le sue carte e di dimostrare a chi sta «osservando» la Roma da lontano, che può essere un attaccante sul quale puntare per il futuro. Una certezza per Ranieri, non ancora per Montella che gli mette comunque su un piatto d'argento la grande occasione: Borriello ha ancora molto da dire e poter dare a questa Roma.