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Daniele Palizzotto Melbourne, Dubai, Indian Wells e Miami.

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Quattrotornei, un solo vincitore: Novak Djokovic, ex brutto anatroccolo ormai pronto a trasformarsi in cigno e conquistare il trono mondiale della racchetta. Ventiquattro vittorie nel 2011, soltanto sei set persi e il piacere di battere tre volte Federer e due volte Nadal. Per trovare un avvio di stagione ancor più impressionante bisogna tornare al 1984, quando John McEnroe infilò 39 successi consecutivi prima di arrendersi a Ivan Lendl nella finale del Roland Garros. Un record forse inavvicinabile per Djokovic, che però la prossima settimana a Montecarlo potrebbe superare proprio Lendl, fermatosi a 25 vittorie di fila nel 1986. Montecarlo, quindi terra battuta. Ecco, la prossima sfida di Nole è già pronta: battere Nadal dove sembra impossibile per chiunque, sui lentissimi campi in rosso che esaltano le qualità dello spagnolo. «Posso farcela – ha dichiarato Djokovic dopo la finale di Miami – e l'ho già dimostrato in passato. Ho cominciato la stagione alla grande, ma se voglio diventare numero uno devo fare bene anche sulla terra». Il primato in classifica è distante poco meno di 3200 punti e nei prossimi tre mesi Nadal è chiamato a ripetere i fantastici risultati del 2010 (da qui a Wimbledon lo spagnolo deve difendere 7000 punti, il serbo soltanto 1700). Per il sorpasso al vertice, insomma, sembra solo questione di tempo. Quanto? Ascoltate Nadal: «Dipende dal mio rendimento sulla terra, ma nel giro di uno o due mesi Djokovic diventerà il numero uno mondiale. È inevitabile per come sta giocando». E poi chi fermerà Nole?

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