La mia Roma sarà una regina
Basta giocare a nascondino. Thomas DiBenedetto ha in mano il futuro della Roma e ora può mostrarsi senza veli al suo nuovo mondo. Lo fa con le prime due interviste televisive e una visita al Roma Club Testaccio. Finalmente il contatto con i tifosi, gente che alla squadra giallorossa ha dedicato una vita. L'idea di visitare il luogo del «culto» romanista è piaciuta subito al futuro presidente. Ieri, nell'unico spazio ritagliato tra i due incontri di lavoro negli studi legali, è arrivato a via Ghiberti a Testaccio nella nuova sede del club. «Welcome!», «Totti forever!» i primi saluti dei tifosi in inglese. Uno di loro ha fatto da traduttore e DiBenedetto, disponibilissimo e pure un bel po' spaesato, ha ricambiato il saluto dopo il brindisi: «Sono orgoglioso di far parte di questa famiglia». I suoi progetti li ha raccontati poco prima davanti alle telecamere di Tg1 e Mediaset. «La Roma è una principessa e noi vogliamo trasformarla in regina». Eccolo il primo slogan per infiammare il popolo giallorosso ancora piuttosto scettico per via di una trattativa infinita con la banca. «È stata un'operazione non facile perché avevamo delle negoziazioni da risolvere. Nessun problema, gli accordi economici sono raggiunti, ora stiamo sistemando gli aspetti legali. Non prevedo di dover posticipare la firma». Che sarà solo il primo passo di un lungo e ambizioso progetto. «Vogliamo vincere lo scudetto il prima possibile, in realtà speriamo di vincere già quest'anno perché la qualificazione alla prossima Champions League sarebbe già un grande successo: la differenza di introiti è mostruosa. Per quanto riguarda il futuro posso solo dire che dovremo lavorare duro». Senza pericolo di conflitti di interessi. «Esclusi dall'Uefa per il Liverpool? Ho risolto questa faccenda parecchi anni fa, vendendo le quote che possedevo e facendo tutte le indagini necessarie. Quindi, non c'è nessun conflitto d'interesse». Fa i complimenti a Montella, «che sta facendo un gran lavoro. La situazione dopo l'addio di Ranieri era molto difficile ed è evidente che lui abbia un feeling straordinario con la squadra: è riuscito a rimuovere quella nuvola nera che impediva di far bene e ora c'è un gioco più corale». DiBenedetto adora Totti, «è il nostro modello, un mago» e stima molto Vucinic, «mi piace come gioca. Nuovi acquisti? Molti giocatori mi impressionano, presto saprete». Inevitabile un passaggio sulla questione stadio. «È un discorso - spiega Mr. Tom - che riguarda tutto il calcio italiano. Per noi lo stadio è una priorità assoluta». Poi svela un retroscena: «Uno dei miei partner, James Pallotta, tre anni fa dopo che è tramontato l'affare Soros ha incominciato a sondare il terreno per acquistare la Roma e poi c'è stato un rallentamento… Ma quando ho manifestato la mia volontà di acquistare il club ci siamo consultati ed abbiamo deciso di avventurarci insieme». DiBenedetto ripartirà per gli States domenica. Non può definire questi giorni come vacanze romane, «ma la città mi piace tanto, è tra le piu belle e conosciute del mondo. Ho incontrato tanti tifosi che mi hanno dato grande carica. Qui c'è una passione unica che non si trova da nessun altra parte. E poi Roma è una città santa perchè è il centro della cristianità». Non ancora la Capitale del calcio ma l'avvento degli americani è una minaccia concreta all'«impero del nord».