Roma americana C'è l'accordo
Lo champagne passa dal frigorifero al freezer, ma il finale non cambia. Il pollice in su di Thomas DiBenedetto parla chiaro: la Roma sarà degli americani. Dopo due giorni e venti ore di trattative nello studio Grimaldi di via Pinciana, Unicredit e Mr. Red Sox hanno raggiunto un accordo che porterà a una svolta storica. Quando? Per le firme bisogna aspettare ancora quindici-venti giorni. DiBenedetto ripartirà per gli States nei prossimi giorni, poi tornerà in Italia e nel frattempo gli avvocati scriveranno i nuovi contratti. Alle 23.30 di ieri un comunicato congiunto di americani, Unicredit e Italpetroli ha confermato la «definizione - si legge nella nota ufficiale - dei termini fondamentali dell'operazione di acquisizione della partecipazione di controllo di AS Roma S.p.A. In base a tali intese, la acquisizione dovrebbe essere completata da una società partecipata al 60% dalla Di Benedetto AS Roma LLC ed al 40% da UniCredit S.p.A.; si prevede la possibilità che UniCredit possa cedere una parte della propria quota ad altri investitori strategici italiani. Nei prossimi giorni si procederà alla stesura delle versioni definitive degli accordi ad oggi raggiunti, che prevedono anche impegni per il rafforzamento e lo sviluppo futuro della AS Roma. La firma degli accordi è prevista entro i successivi venti giorni, al fine di consentire alla Di Benedetto AS Roma LLC di presentare le garanzie convenute con riferimento all'adempimento degli impegni negoziati». «Non riusciamo a firmare subito» ha anticipato poco dopo le 22 Paolo Fiorentino, deputy ceo di Unicredit, che insieme all'altro dirigente della banca Piergiorgio Peluso è rimasto riunito dodici ore ieri con Thomas DiBenedetto. Il rinvio è dovuto alla modifica della struttura dell'operazione. Gli americani hanno chiesto sin dall'inizio di costituire una nuova società (Newco), per rilevare il pacchetto di maggioranza della Roma. Secondo la banca gli investitori statunitensi avrebbero invece dovuto acquistare il club attraverso la società già creata per presentare l'offerta vincolante (DiBenedetto AsRoma LLC) e cedere poi il 40% a Unicredit. In sostanza, un passaggio di denaro in più, con il conseguente aumento dei costi fiscali. DiBenedetto è stato irremovibile e lunedì sera, dopo un colloquio riservato con Paolo Fiorentino, ha ottenuto il suo scopo. Ma per la costituzione della Newco sono necessari una decina di giorni. Il rallentamento del processo è dovuto a questo aspetto tecnico, ai differenti regimi fiscali vigenti in Italia e negli States e non solo. È sorta un'altra divergenza che ha portato via parecchio tempo: la banca ha chiesto agli americani di garantire subito una parte dei soldi necessari dell'operazione mentre DiBenedetto vuole attendere la costituzione della Newco: le garanzie saranno le stesse già fornite per la LLC. È quindi saltato il piano «ottimistico» di Unicredit, che ancor prima dell'arrivo in Italia di Mr. Tom aveva fissato per questi giorni degli incontri istituzionali con il sindaco Gianni Alemanno e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta. Gli appuntamenti sono stati posticipati e Fiorentino ha incontrato da solo ieri mattina Alemanno durante una pausa della trattativa per aggiornarlo. Nello stesso momento DiBenedetto, accompagnato dal professor Attilio Zimatore è stato ricevuto dal presidente dell'Antitrust Antonio Catricalà: una visita di «cortesia» di pochi minuti, in vista dell'ok che l'Authority dovrà dare dopo le firme sull'accordo. Ripresa la trattativa, oggetto della discussione è stato anche il prezzo. Ma non si è mai parlato di uno sconto: gli americani hanno chiesto e ottenuto di spostare una parte dell'investimento sul rafforzamento della squadra. Rispetto ai giorni degli incontri di New York, quando era stata pattuita una valutazione di 110 milioni per la Roma e i suoi due asset correlati, la Roma ha meno chance di partecipare alla prossima Champions League e c'è quindi bisogno di immettere ulteriore liquidità nel club. Nel pomeriggio il primo a uscire è stato Zimatore, presidente di Roma 2000, che ratificherà il passaggio delle quote dopo le firme. Al lungo vertice hanno partecipato Roberto Cappelli e Francesco Sciaudone dello studio Grimaldi, Valerio Di Gravio (studio Carbonetti) lo staff di legali degli americani (Mauro Baldissoni dello studio Tonucci e due rappresentanti della Bingham) e l'avvocato dei Sensi Gianroberto De Giovanni. Manager e legali hanno lasciato lo studio Grimaldi intorno alle 22 dopo aver cenato all'interno. DiBenedetto, salendo in macchina, ha mostrato il pollice in su alle telecamere. Dal sollievo allo spavento: la sua macchina ha investito un fotografo uscendo dal cancello. Nulla è normale quando c'è in ballo il futuro della Roma.