All'inseguimento del «turista» Tom

MatteoDe Santis Tutto DiBenedetto minuto per minuto: giorno tre. Dagli appostamenti sedentari di via Pinciana delle prime due giornate agli inseguimenti di ieri per le strade di Roma. Una Audi grigia, una Mercedes nera, sei guardie del corpo e dieci motorini sempre alle calcagna. «Sembriamo un grande mostro con la coda», avrebbe detto DiBenedetto, divertito dalla particolare situazione, alla scorta nel bel mezzo del suo tour. Un «grande mostro con la coda» che ha messo il muso al di fuori dell'hotel Aldrovandi poco prima di mezzogiorno, ha incominciato a scorrazzare per le strade di una città impazzita, ha ricevuto ad un semaforo una t-shirt commemorativa della cinquina giallorossa nei derby e si è fermato alla Basilica di Santa Maria Maggiore, prima fermata della giornata. Entrata da via Liberiana, uno sguardo alla Basilica, che DiBenedetto ha particolarmente apprezzato, e quattro chiacchiere con un amico di vecchia data, il Cardinale Bernard Francis Law, arcivescovo emerito di Boston da undici anni Arciprete della Patriarcale Basilica Liberiana di Santa Maria Maggiore. Un'ora e mezzo di colloquio. Thomas glielo aveva promesso al cardinal Law: «Quando vengo a Roma, ti passo a trovare». Detto, fatto. Appena ha potuto, dopo aver passato i primi due giorni asserragliato al primo piano dello studio Grimaldi e Associati, DiBenedetto ha mantenuto la parola data. Il «mostro con la coda», una volta uscito da Santa Maria Maggiore, ha continuato a percorrere Roma. Piazza di Spagna, il Vaticano, tragitti allungati (alla faccia dei navigatori satellitari), finte di tornare in albergo, Via Veneto, Castel Sant'Angelo e alla fine il vero e proprio ritorno in hotel. Pausa, pranzo, un po' di relax e poi di nuovo tutti in marcia. Destinazione, stavolta, Villa Taverna: un'ora e mezzo di colloquio privato per incontrare per la prima volta l'ambasciatore Usa in Italia David Thorne. Il tragitto del «grande mostro con la coda» non è finito qui: pit stop volante davanti all'albergo per ricevere una cartellina, ping pong da una sponda all'altra del Lungotevere e arrivo allo studio Tonucci, a un tiro di schioppo da piazza del Popolo. Quasi tre ore di riunione, poi la carovana è tornata di nuovo on the road. Prima della cena al ristorante «Al Parlamento» di via dei Prefetti a base di cacio e pepe, DiBenedetto ha regalato agli inseguitori un saluto e il secondo «Forza Roma» in italiano dallo sbarco di lunedì mattina. Poi, finalmente, è arrivato il meritato riposo e il rompete le righe per l'intero corteo. Anche i «grandi mostri con la coda» dormono.