Ecco DiBenedetto I giallorossi sognano

Manca poco. Questione di ore, al massimo qualche giorno, poi la Roma sarà americana con tanto di firme in calce ai contratti. L'attesa della città ha superato i livelli di guardia e per questo si sta cercando di accelerare. Thomas DiBenedetto è sbarcato ieri mattina a Fiumicino. Sarebbe dovuto arrivare un giorno prima passando per Atlanta, ma un problema tecnico all'aereo lo ha costretto a rinviare la partenza. Così si spiega il suo viaggio in classe economy da Boston, prenotato all'ultimo momento e pagato 1.348 dollari. Dopo un passaggio in albergo e una breve riunione con il suo staff, alle 12.10 ha raggiunto gli uomini di Unicredit già riuniti negli uffici dello studio Grimaldi a via Pinciana. La trattativa procede a oltranza: il primo round è finito alle 22 di ieri dopo quasi dieci ore, stamattina il nuovo appuntamento. «C'è ancora molto da lavorare» dice l'avvocato Roberto Cappelli uscendo dallo studio. Si può chiudere entro domani, ma nessuno può dare certezze. Tanti piccoli tasselli devono ancora incastrarsi per completare un puzzle già composto nella parte più importante: il pacchetto di maggioranza del club giallorosso passerà nelle mani di DiBenedetto e i suoi tre soci (Michael Ruane, Richard D'Amore e James Pallotta) per una quota del 60%, mentre il 40% restante sarà di proprietà della banca, con la possibilità di cedere una parte della quota, fino al 30%, a un socio italiano. Su cosa si sta trattando? Limature sul prezzo complessivo dell'operazione e le modalità di finanziamento, partendo da una valutazione di 110 milioni per la Roma e le due società correlate. Si lavora anche sulla stima definitiva dei singoli valori degli asset e su un eventuale spostamento di una parte dell'investimento iniziale nella ricapitalizzazione. Oltre agli aspetti fiscali, vanno poi messe per iscritto nel contratto le clausole sulle pendenze del club: gli americani vogliono tutelarsi nei confronti dei vecchi creditori. Anche eventuali contratti stipulati negli ultimi giorni potrebbero far parte della discussione, così come le modalità di uscita della banca dalla società. A Unicredit dovrebbero spettare due posti nel cda, mentre gli americani vogliono decidere in autonomia i quadri dirigenziali. La banca spinge per chiudere la partita oggi e convocare subito una conferenza stampa: la sala nella sede dell'Eur è già stata prenotata per l'evento. Il vice direttore generale di Unicredit, Paolo Fiorentino, domani e giovedì sarà impegnato a Torino e se non si riuscisse a firmare oggi, la conferenza potrebbe slittare a venerdì. Anche perché gli americani non sembrano avere la stessa fretta: DiBenedetto non ha un volo di ritorno confermato per gli States e ha prenotato per sei notti la sua camera d'albergo. Se non cambia idea, ripartirà domenica mattina senza assistere a Roma-Juventus. Oltre a Paolo Fiorentino e Piergiorgio Peluso di Unicredit, alla riunione di ieri hanno partecipato diversi avvocati: per la banca Roberto Cappelli (studio Grimaldi, il «padrone di casa») e Valerio di Gravio (studio Carbonetti), per gli americani Mauro Baldissoni e Gianluca Cambareri della Tonucci&Partners oltre a due avvocati statunitensi della Bingham, per i Sensi Gianroberto De Giovanni (Lovells). Ha partecipato alla prima parte dell'incontro anche il professor Attilio Zimatore, in qualità di presidente di Roma 2000. Intanto, dalle prime parole di DiBenedetto rilasciate alla Gazzetta dello Sport si chiariscono i suoi ambiziosi programmi per consentire alla Roma «di diventare uno dei club più importanti al mondo e competere ogni anno per lo scudetto». L'importanza vitale di uno stadio di proprietà, la necessità di «sistemare - spiega Mr. DiBenedetto - i bilanci» e le novità previste nello staff dirigenziale. «Il mio team è composto da persone che conoscono bene il calcio mondiale». Il riferimento è a Franco Baldini, favoritissimo per la carica di direttore generale, e a Walter Sabatini che sarà il primo nuovo dirigente a mettersi a lavoro dopo aver conosciuto di persona in questi giorni il presidente. «Alcuni giocatori - ha spiegato DiBenedetto - verranno ceduti e ne arriveranno cinque-sei nuovi». Sabatini ha già relazionato gli americani sui piani di mercato. Insomma, mentre i legali sistemano clausole e cavilli, la Roma americana lavora sottotraccia per non perdere altro tempo.