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Antonio Cassano

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Una vittoria per allontanare la Slovenia e guardare al futuro con maggiore convinzione. L'Italia di Prandelli gioca stasera a Lubiana la quinta partita del suo girone di qualificazione agli Europei in Polonia e Ucraina. Il cittì presenta una squadra con tante novità e la certezza della coppia d'attacco Pazzini-Cassano, tanto rimpianta a Genova sponda Samp. Difesa inedita, centrocampo sperimentale anche per la forzata e discutibile rinuncia a De Rossi ma davanti si va sul sicuro, almeno spera Prandelli. Dietro alle due punte agirà Mauri, poco amato a Roma dai tifosi laziali ma molto utile a tanti allenatori, non ultimo quella della nazionale. L'avversario non è straordinario per lignaggio ma cinque anni fa da queste parti l'Italia di Lippi perse con un gol di Cesar (gioca nel Chievo). La Slovenia reduce dal mondiale sudafricano dispone di buoni giocatori visto che il tecnico Matjaz Kek manda in panchina Bacimovic e Ilicic che spopolano nel Palermo. Prandelli non si fida ma punta al colpo grosso per allontanare una delle concorrenti più qualificata per il primo posto che vale l'accesso diretto all'Europeo. Scommette su Cassano, anche se l'attaccante del Milan non è nel momento migliore della sua stagione. «Nervoso? No, sente semplicemente molto la partita - spiega il cittì - come tutti noi. Antonio deve dare qualcosa in più a questa nazionale, ma non c'è bisogno di strafare. Gli ho detto che lui non è responsabile di nulla se non della sua parte. Basta che metta a frutto le sue capacità nell'uno contro uno». Sulla Slovenia ha le idee chiare: «Affrontiamo una formazione molto motivata, dal grande entusiasmo, compatta e dalla buona qualità tecnica, soprattutto in attacco, in una partita che è determinante per il nostro cammino. Noi siamo consapevoli delle nostre difficoltà attuali e, più in generale, abbiamo preso a cuore la questione del rinnovamento. Però, siamo l'Italia e dobbiamo avere sempre risultati all'altezza». A qualcuno questa nazionale sembra dimessa ma Prandelli non ci sta: «Dimostreremo il contrario, si dice che non abbiamo grandi talenti, ma possiamo mettere in campo altro: la voglia, il coraggio. E se poi ci dicono che siamo una Nazionale di serie B ci affideremo a Buffon che quel campionato l'ha già vinto. E poi torneremo presto in A». Battute a parte, il finale è dedicato al rischio incidenti. Prandelli richiama i veri tifosi a un comportamento corretto: «Tutti dovrebbero riflettere su cosa sta succedendo in Libia e Giappone. Quella contro la Slovenia, invece, è solo una partita di calcio». Applausi ma il pericolo di infiltrazioni di ultras violenti è quantomai reale: speriamo bene.

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