I tormenti di Mauri
Parte l'operazione simpatia dei giocatori della Lazio che cercano di riconquistare i tifosi in vista della volata finale. Parte malissimo però con un l'autogol di Mauri che dal ritiro di Coverciano si sfoga: «Sono a Roma da 5 anni, c'è sempre stato un clima polemico, specie verso la dirigenza, è chiaro che i tifosi ci trasmettono negatività, anche se ci hanno aiutati in certe partite. Siamo ormai abituati, reagiamo bene, lo dimostrano i tanti punti fatti in casa». Il tifoso incassa e porta a casa. Per carità le parole di Mauri fotografano perfettamente la realtà ma, alla vigilia del passaggio decisivo del campionato, sarebbe stato meglio usare toni meno aspri nei confronti di una tifoseria che è reduce dagli sfottò dei dirimpettai per i cinque derby persi. Evento che non accadeva da oltre cinquant'anni e quindi la rabbia di sabato scorso aveva una giustificazione comprensibile molto meno altri atti di ostilità inutile verso singoli e l'allenatore avvenuti nel corso delle ultime stagioni. Tant'è, l'incursore biancoceleste ribadisce il suo punto di vista: «Stiamo facendo bene, certo è che la Lazio è sempre stata snobbata anche quando eravamo primi o secondi. Ma in fondo questo può essere anche un fatto positivo, ci ha tolto pressione anche se Roma ne mette tanta. Noi vogliamo superare chi ci sta davanti, dopo la sosta ci sarà la trasferta di Napoli, puntiamo ad un grande risultato per raggiungere traguardi importanti». Sempre per restare sull'argomento-tifosi, Mauri stigmatizza anche i fischi per l'allenatore che ha salvato la Lazio e la sta riportando in Europa: «Reja non sta vivendo benissimo questa situazione, anche se i numeri sono dalla sua parte. I tifosi l'hanno preso di mira probabilmente per le sconfitte nel derby, questa è una partita tanto sentita dalla gente. Però lui sa che la società e la squadra lo stimano. Se andrà via? Aspetterà queste ultime gare per capire, anche i rapporti con la tifoseria, al di là della classifica finale. Ora ci concentriamo su questo finale di stagione che può portare la Lazio nell'Europa che conta». L'obiettivo Champions resta raggiungibile, ritrovare il feeling con la gente sembra invece una missione impossibile.