Un altro mondiale all'insegna del caos
Neppurele due settimane extra di lavoro regalate ai team e all'autorità sportiva dalla crisi del Bahrein sembrano aver prodotto quella generale schiarita di idee di cui si sentiva un gran bisogno e che ormai sarà demandata esclusivamente alla verifica dei fatti. Magari non succederà niente, come spesso è accaduto in passato in circostanze apparentemente simili (in F1, come nella vita, è difficile far digerire i cambiamenti, e i piloti si abbandonano per tradizione alle più catastrofiche previsioni ogni volta che viene modificata una regola). Però i grandi interrogativi riguardanti le due principali novità di questo 2011 – l'alettone posteriore mobile e la monogomma Pirelli – potrebbero anche avere risposte clamorosamente negative, se non addirittura pericolose. Il discorso riguarda soprattutto l'alettone, perché le gomme Pirelli si sbriciolano in pochi giri ma durante la stagione dei test, se non altro, non hanno accusato cedimenti. Invece nei test non è stato possibile provare in condizioni di gara il grottesco escamotage aerodinamico che, nelle intenzioni delle menti che lo hanno partorito, dovrebbe agevolare i sorpassi. Anzi, non solo non è stato possibile simulare tutte le situazioni che potranno presentarsi in corsa, ma neppure è ancora ben chiaro come e quando potrà essere azionato il dispositivo. Sull'argomento ricapitoliamo brevemente quel che è sicuro. Rispetto al 2010 le monoposto di F1 non potranno più avere il famoso «F-duct», il tubo alle spalle del pilota che portava l'aria all'alettone posteriore in modo da appiattirlo ad alta velocità e farlo tornare verticale a bassa velocità (un alettone piatto riduce il cx e manda più forte, un alettone verticale aumenta la spinta verso il basso e dunque l'aderenza della vettura in curva). L'F-duct era pericoloso perché l'aria la prendeva da un buco nella carrozzeria che i piloti dovevano chiudere e aprire con ginocchia, gomiti, mani o chissà quale altra parte del corpo, e poi il flusso al suo interno era anche abbastanza imprevedibile. Per ottenere lo stesso effetto – andare più sul dritto senza poi perdere tenuta di strada in curva – al posto dell'F-duct quest'anno ci sarà uno dei profili alari posteriori che il pilota potrà appiattire o raddrizzare spingendo un bottone. Fin qui sembra tutto facile, no? Insulso, ma facile. Però il punto chiave è che non tutti i piloti potranno appiattire l'ala sui rettifili. Potranno farlo solo quelli che inseguono un'altra vettura a meno di un secondo di distanza, a patto che abbiano superato una linea bianca posta a 600 metri dalla curva successiva. E chi decide quando scattano queste condizioni? La direzione di gara, che autorizza l'azione con una sorta di telecomando. Basterebbe questo per far capire in che razza di ginepraio si sono andati a ficcare i legislatori sportivi della F1. Altro che fuorigioco e falli di mano nel calcioà La cosa sarà però resa ancor più complicata dal fatto che nessuno è stato ancora in grado di chiarire bene che succederà quando le vetture in fila indiana ravvicinata saranno più di due. Chi potrà tentare il sorpasso? Solo l'ultimo della fila o anche quelli che stanno in mezzo? Il tutto ulteriormente incasinato dal fatto che il pilota, oltre all'alettone, dovrà presumibilmente agire pure sul kers, il dispositivo di accumulo di energia cinetica che dà un effetto-turbo per qualche secondo, reintrodotto dopo un anno di bando. Spingi un bottone qua, spingi un bottone làà riusciranno i piloti anche a tenere dritto il volante e a cambiare (rigorosamente a mano) le marce? In quanto alle gomme che durano pochi giri, se fosse vera la patetica giustificazione della Pirelli («ce lo hanno espressamente chiesto, perché così aumenterà lo spettacolo») ci sarebbe davvero da preoccuparsi della sanità di mente di Todt ed Ecclestone, i padrini del vapore. Perché con tre-quattro pit stop per macchina i Gran premi rischiano di diventare scarabocchi indecifrabili che magari rappresenteranno pure una sfida affascinante per gli ingegneri addetti alle strategie (i loro computer gli spiegheranno qual è la situazione reale e gli suggeriranno il da farsi) ma per noi telespettatori saranno un incubo. Speriamo, dunque, che tutto dipenda solo dalla lunga assenza della Pirelli dalla F1 e che, accumulando esperienza, le gomme vengano a poco a poco modificate in meglio.