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Un salto all'indietro

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Montella

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La Roma come un gambero. Cammina all'indietro e supera se stessa. Peggiorando. A Firenze il bottino dei gol incassati quest'anno tra campionato e coppe è salito a 62, uno in più di quelli subìti nell'intera stagione passata: 61. Un numero «enorme» se si pensa che finora sono state giocate 41 partite ufficiali contro le 55 totali dell'anno scorso. In serie A soltanto tre squadre hanno un dato peggiore dei 41 gol presi dalla Roma in campionato: Lecce, Bari e Palermo. Montella ha individuato immediatamente il problema, non ancora le soluzioni. «Incassiamo troppe reti» ha sottolineato il tecnico sin dai primi giorni del suo nuovo incarico, provando a modificare qualcosa nell'assetto: ora la Roma gioca con una linea difensiva più «alta». Aggredire per difendersi. È la filosofia di molti allenatori, ma non può bastare. Ci vuole concentrazione e continuità nei movimenti. Invece gli uomini della retroguardia giallorossa continuano a sbagliare. E la Roma a prendere gol: con Montella 8 in 6 partite, ancora troppi. A Firenze Doni, Mexes e Juan hanno compiuto insieme il delitto perfetto in occasione del primo gol di Mutu. Errori tecnici e di posizione, come quelli che hanno consentito a Gamberini di riportare avanti la Fiorentina. Mentre Riise dà segnali di ripresa, gli altri mostrano una preoccupante involuzione, ognuno per motivi diversi. Prendiamo il caso del portiere, rebus irrisolto nella Roma: Doni si è ripreso il posto da titolare ma sta pagando il lungo periodo di stop. Finora ha giocato partite piuttosto semplici dal punto di vista dei tiri subìti, ma ha convinto soltanto a Lecce mentre a Firenze è stato tra i peggiori. Non che Julio Sergio avesse fatto meglio nell'ultimo periodo. Anzi. Ma Montella da Doni si aspetta di più. Come da Juan, il miglior difensore della Roma nello scorso campionato che ora sembra un altro. Mexes, poi, è sempre sull'orlo di uno scatto di nervi e ormai si è promesso al Milan. Tra le delusioni rientra anche Burdisso, costretto a giocare da un po' di partite in un ruolo non suo ma dopo una serie di prestazioni deludenti da centrale dove l'anno scorso ha fatto benissimo. Per non parlare del Riise visto fino al derby. E se il difensore dal rendimento più alto diventa Cassetti vuol dire che qualcosa non funziona. Da qui alla sfida con la Juventus c'è tempo per correggere i difetti, prima che la Champions scappi via per sempre.

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