Giochi riaperti
Un lampo di Pazzini completa la settimana perfetta dell'Inter. Superando 1-0 un Lecce ostico e ben organizzato, i nerazzurri approfittano al meglio del passo falso del Milan e si portano a due soli punti dalla vetta. Ora c'è la sosta, poi gli uomini di Leonardo avranno addirittura la possibilità di balzare al comando, battendo i rossoneri nell'atteso derby del 2 aprile. Una prospettiva difficile da immaginare soltanto due mesi e mezzo fa, quando l'allenatore brasiliano ereditò la panchina dell'Inter e un ritardo di 13 punti dal Milan capolista. I nerazzurri, è vero, avevano disputato due partite in meno degli avversari (poi recuperate trionfalmente), ma l'impresa di Leonardo, buon tecnico e fantastico motivatore, rimane entusiasmante. Chi deve recuperare non può sbagliare, e l'Inter per ora non l'ha fatto (quasi) mai. Vincere sempre e comunque è difficile e la gara con il Lecce, terzultimo in classifica e peggior difesa del campionato, lo ha dimostrato una volta di più. Chi pensava a una passeggiata dei campioni d'Europa, reduci dall'impresa di Monaco, si è dovuto ricredere: la Champions regala morale, ma toglie energie fisiche e soprattutto psicologiche. Ecco perché l'Inter ha faticato oltremodo nell'assolato pomeriggio di San Siro. L'atteggiamento iniziale del Lecce, pronto a riversare 5-6 uomini in attacco neppure fosse il Barcellona, ha tratto in inganno i nerazzurri, felici per gli ampi spazi a disposizione. Nei primi 10' Sneijder e Pazzini hanno avuto sui piedi le occasioni del vantaggio, ma hanno peccato nella fase conclusiva. A quel punto De Canio, forse spaventato dalle veloci ripartenze nerazzurre, ha suggerito ai suoi di arretrare il baricentro e soprattutto di attaccare con intelligenza. Un ordine perfettamente eseguito: mai, nel primo tempo, l'Inter è riuscita a impensierire la porta di Rosati, mentre prima con Corvia e poi con Bertolacci il Lecce ha creato qualche fastidio alla difesa di Leonardo. Per la svolta, come ormai è consuetudine, i tifosi nerazzurri hanno dovuto attendere i secondi 45'. L'intervallo ha trasformato l'Inter, tornata in campo con un atteggiamento aggressivo. Prima ci hanno provato Eto'o e Maicon da fuori, poi Pazzini, perfettamente imbeccato da Sneijder, si è visto neutralizzare un bel colpo di testa da Rosati. Un minuto più tardi, però, il «Pazzo» ha confermato la sua particolare vocazione contro il Lecce, già punito in sette occasioni: stop di spalla per superare Ferrario e conclusione imprendibile per Rosati, altra vittima abituale dell'attaccante azzurro. Da quel momento l'Inter si è accontentata di amministrare il vantaggio. Un atteggiamento rischioso, visto che a 5' dal termine Bertolacci ha avuto sui piedi l'occasione del pareggio, ma Julio Cesar non si è fatto sorprendere. «Era una partita difficilissima – ha spiegato Leonardo – ci voleva tanta pazienza: i ragazzi sono stati fantastici per impegno e concentrazione. Arriviamo al derby nelle condizioni migliori. Vincere per far ricredere Berlusconi? Devo solo ringraziare il Milan per gli anni vissuti. E poi io non guardo mai indietro, solo in avanti». «Temevo il Lecce – ha ammesso il presidente Moratti – le gare dopo la Champions sono difficili. Quando ho scelto Leonardo sognavo di poter recuperare il Milan e ora ne abbiamo l'opportunità. I rossoneri sono un'ottima squadra con grande esperienza. Rimpianti per Ibrahimovic? Sì, ma ora abbiamo Eto'o, è straordinario. Noi favoriti nel derby? Normale affermarlo ora, ma non è vero. Almeno per scaramanzia».