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Con Montella sognare è possibile

Il neo allenatore della Roma Vincenzo Montella

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Ultimo appello. L'Europa dei migliori ha già perso tre delle quattro qualificate italiane, la Samp fuori nei preliminari, Roma e Milan negli ottavi, secondo un comune destino, gettata al vento l'occasione del confronto casalingo, come del resto aveva fatto l'Inter, che stasera ci riprova confidando in una sorte meno arcigna rispetto a quella toccata a Montella e Allegri, anche se l'esito della qualificazione romanista era stato compromesso da un altro tecnico. Non sarà facile, all'Allianz Arena, anche se il Bayern non ha una difesa blindata, davanti Robben e Ribery possono far male. Comunque vada, il buon Ciccio di Nonna Papera, alias Van Gaal, ha confermato il suo addio a fine stagione, anche se a Monaco dovesse arrivare la Coppa con le orecchie. Altri pensieri, ormai lontani dalla Champions in atto, ma rivolti comunque all'edizione successiva, esaltano o tormentano il tifo capitolino, a seconda degli umori eredità del derby. Chi è uscita con le ossa rotte dalla stracittadina è logicamente la Lazio, soprattutto per gli strascichi delle follie nei momenti conclusivi della gara. Ha preso tre giornate Radu, due Ledesma, invece i tacchetti di Matuzalem sul volto di Totti sono stati considerati gesto involontario, dunque escluso dalla prova televisiva. Ha recuperato la ragione Claudio Lotito, rinunciando al reclamo per i laser che avevano disturbato Muslera. Se si dovesse rovesciare un risultato per un film di Erich Rohmer («Il raggio verde», appunto), sarebbero più le partite decise a tavolino di quelle maturate sul campo. Fermo restando che chiunque entri allo stadio con uno di quegli aggeggi imbecilli meriterebbe l'arresto, se esistesse una coscienza civile i vicini del «puntatore» chiamerebbero la notizia, ma forse si pretende troppo da questo Paese che al senso morale ha da tempo rinunciato. La Lazio ospiterà il Cesena, ma Brescia e Bari hanno dimostrato come in Italia le cifre della classifica vanno interpretate con la massima cautela. Anche i romagnoli diventano clienti scomodi per una squadra mutilata. La Roma, ormai vicina ai cugini nella rincorsa a quella Udinese che sta monopolizzando le attenzioni, è attesa da un «brunch» reso indigesto dal buon momento della Fiorentina, anch'essa approdata in zona Europa, quella meno illustre. Per ora, il lavoro di Vincenzino Montella in campionato è stato altamente produttivo, tre vittorie e un pari ricco di rimpianti con il Parma. Adesso l'aeroplanino può guardare con qualche ambizione a un ruolo che non sia quello del traghettatore, anche se naturalmente andranno verificate le intenzioni della nuova proprietà, che a fine mese dovrebbe diventare operativa. Montella finora ha gestito la spinosa eredità di Ranieri con intelligenza e buonsenso, ha cercato e ottenuto la complicità dei suoi campioni più rappresentativi. Significativa soprattutto la stima restituita a Pizarro, che qualcuno a Roma aveva virtualmente liquidato. E naturalmente giocatori «finiti» come De Rossi e Totti, o almeno considerati tali da chi gli aveva anteposto Greco e Adriano, riportati da Vincenzino alla voglia di giocare e di divertirsi. Sicuramente impervia, la strada per la Champions non è tuttavia ancora inesorabilmente sbarrata.

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