Uno-due di Totti Derby alla Roma
Per un'ora, grigio come l'uggioso cielo romano, questo derby chiamato a dare indicazioni sulla rincorsa alla Champions. Poi sono arrivati i raggi di luce, gialli e rossi come se il sole fosse tornato a splendere, la doppia firma del capitano sulla quinta vittoria consecutiva nella stracittadina. La «manita», insomma, un evento che non si verificava dalla fine degli Anni Cinquanta. Non riesce a scrollarsi dosso la maledizione, Edy Reja, però ci mette del suo: non tanto per le scelte, ma per non essere riuscito a trasmettere ai suoi lo spirito adeguato all'importanza dell'avvenimento, per la rivalità ma forse più ancora per la classifica. Adesso la Roma è a due punti dai rivali cittadini, che però hanno lasciato la zona Champions, cedendo il passo all'Udinese che fa terra bruciata anche a Cagliari, le isole portano fortuna a Guidolin, tra Palermo e il Sant'Elia dieci gol corsari, rete inviolata e non da oggi. Due calci piazzati di Francesco Totti, punizione dai venti metri e rigore, nel primo episodio pesanti responsabilità per Muslera, che però avrebbe dovuto chiedere a Tagliavento di fermare il gioco quando l'incivile laser verde gli disturbava la visuale. Nel primo tempo aveva fatto qualcosa in più la Roma, traversa di Pizarro dalla lunga distanza, miracolo di Ledesma sulla conclusione di Juan a colpo sicuro. Doni era stato spettatore non pagante e in pratica lo sarebbe rimasto fino al termine, unico brivido il colpo di testa di Floccari uscito di poco a lato. Al rientro in campo la Lazio ha dato qualche segno di vita, sotto la spinta di Ledesma e Hernanes, probabilmente i migliori tra i biancocelesti, mentre Zarate si incaponiva in una sterile sfida con Burdisso, poco disposto a fare concessioni. La difesa della Roma aveva dimenticato le vacanze mentali di Donetsk, l'aria di derby aveva rigenerato perfino Riise, che di recente non aveva certo incantato. Una grande mano al centrocampo e alla terza linea l'hanno dato Vucinic e lo stesso capitano, mentre ancora una volta Menez non pervenuto, fino a indurre Montella a chiamarlo in panchina per fare posto a Taddei. Quando sembrava che la Lazio potesse controllare la gara, secondo un intento apparso chiaro fin dalle prime fasi di gioco, la Roma si è guadagnata una punizione a cinque metri dal limite: tocco per Totti e destro esplosivo a un palmo da terra, Muslera avrebbe potuto fare di meglio. Deboli i segnali di reazione laziale, del resto mancavano soltanto i sei minuti di recupero, Totti ha cominciato a nascondere il pallone vicino alla bandierina, senza per altro commettere irregolarità, conseguente la follia pura di Radu, testata in faccia a Simplicio e rosso immediato. Poi Taddei è scattato a destra su errato disimpegno laziale, ha messo al centro un pallone comodo per Simplicio, abbattuto da Biava. Tagliavento non ha esitato, neanche Totti nella trasformazione di pura potenza. L'arbitro aveva risparmiato nel primo tempo l'espulsione a Matuzalem, tacchetti sul volto di Totti a terra, non ha preso bene le reiterate proteste di Ledesma dopo che il rigore era stato già battuto, fuori anche l'argentino e guai per Reja, che contro il Cesena perderà anche il diffidato Lichtsteiner. Molto signore Reja nel dopopartita, però l'approccio laziale alla gara non era stato dei più ispirati, pochi palloni per Floccari, comunque anch'egli abbastanza molle, forse i guai della Roma dopo la figuraccia in Ucraina avevano indotto a una gestione morbida. Di sicuro, quella del derby non era la migliore versione stagionale di una Lazio che in tante occasioni aveva dimostrato di poter amministrare il gioco e cercare soluzioni offensive valide. Stavolta Vincenzino Montella è stato più bravo: nei giorni di vigilia ha lavorato sulla testa dei suoi ragazzi, nessuno di loro è andato al di sopra delle righe negli atteggiamenti. Compostezza in panchina, neanche un'esultanza, e sia pure contenuta, al momento dei gol. Sta studiando da grande, anagraficamente parlando, potrebbe essere già maturo per la promozione.