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Ora nessuno osi cacciare l'allenatore

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Eadesso provate a cacciarlo. Questa non è solo la vittoria che porta l'Italia nella storia del rugby, non è solo la definitiva affermazione di un gruppo cresciuto attorno ai fuoriclasse Parisse e Castrogiovanni, è soprattutto la vittoria di Nick Mallett. Troppo facile dimenticare adesso le notizie circolate prima del Sei Nazioni sulla sostituzione del ct sudafricano prima della scadenza del contratto, fissata a dopo la World Cup del prossimo settembre. Le voci che volevano il francese Brunel già contattato dal presidente Dondi per la successione, addirittura dopo il Sei Nazioni in caso di disastro, si trasformano adesso in un boomerang. Mallett è un leader riconosciuto in tutto il rugby internazionale, un allenatore che ha passato, ma ancora futuro e, soprattutto, non deve scontare errori di politica gestionale che non gravano certo sulle spalle di un coach. Come è naturale ha commesso alcuni errori, ma il bilancio del suo lavoro è evidente nel progresso che tutti i giocatori del gruppo azzurro hanno compiuto in questi tre anni. La rosa dei disponibili per il livello internazionale si è ora allargata, Ugo Gori, ora infortunato e Semenzato rappresentano presente e futuro nel ruolo di mediano di mischia, dopo Troncon uno dei problemi più gravi. La fase difensiva è di livello mondiale, così come la mischia, mentre cominciano a crescere i tre-quarti. Lasciatelo lavorare e, piuttosto, aiutatelo a lavorare meglio.

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