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L?ex lazialeGiuseppe Signori, secondo realizzatore della storia biancoceleste alle spalle di Piola «È una partita decisiva, la Lazio può raggiungere l?obiettivo della Champions»

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.Giuseppe Signori ha lasciato la Lazio appena prima che Cragnotti ne facesse una squadra in grado di primeggiare in Italia e nel mondo, eppure nel cuore dei tifosi conserva un posto importantissimo. E non potrebbe essere altrimenti, viste le cifre: 102 in 157 di partite di campionato, secondo realizzatore nella storia biancoceleste alle spalle di Silvio Piola. Di questa valanga di reti, alcune sono restate nella memoria più di altre. Signori, partiamo da quel 6 marzo 1994? «Il mio gol sotto i fumogeni. Un derby ancor più bello se consideriamo che lo vincemmo meritando meno dei giallorossi, che colpirono un palo e sbagliarono un rigore». Per i romani il derby è una gara particolare, e spesso la tensione gioca brutti scherzi. Quanto l'ha aiutata il suo venire da lontano? «In realtà non molto. La tensione che si avverte in città fin dal lunedì precedente lascia il segno anche nei più freddi. Basti pensare al mio primo derby. Ero talmente teso che in quell'occasione, davanti a quasi 80mila spettatori, ho giocato una delle peggiori partite in carriera. Poi l'esperienza mi ha aiutato, e le volte successive ho trasformato la carica in tensione positiva». Il cuore batte, il cervello smette di funzionare... «Basta ricordare il derby in cui segnai su rigore. Ero già ammonito, eppure per esultare andai fuori dal campo e l'arbitro mi mostrò il secondo giallo. In carriera sono stato espulso due volte, una è stata quella lì. Rimasi a bordo campo a chiedermi come avevo fatto a commettere una sciocchezza simile. Sensazioni indimenticabili, è valsa la pena viverle». Passiamo al presente, chi decide il derby? «Vedo bene Zarate. Ha già dimostrato in passato di saper interpretare bene questa gara, e ultimamente si sta anche sacrificando molto per la squadra». E chi vince? «Impossibile dirlo, è la partita senza pronostico per eccellenza. Magari stavolta finisce pari». Da grande bomber come vede questa Lazio senza un attaccante da 15-20 gol? «Avere una punta del genere aiuta molto, basti vedere come il Napoli è stato trasformato da Cavani. Alla Lazio manca ma mi sembra che i gol siano distribuiti tra tanti giocatori. E l'arrivo di Sculli ha aumentato ancora il potenziale». La Lazio può raggiungere la Champions? «La vittoria col Palermo ha aperto nuovi orizzonti. Non si è stabilmente tra le prime quattro fino a marzo se non si hanno valori importanti. La Lazio può certamente centrare la Champions. Ma la partita con la Roma sarà determinante».

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