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Lazio, basta errori

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Hernanes della Lazio

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Ogni promessa è debito. Oppure, se preferite, non c'è due senza tre. Anderson Hernanes de Carvalho Andrade Lima, il giorno in cui ha varcato per la prima volta i cancelli di Formello, ha stretto una sciarpa biancoceleste e dettato, in un italiano ancora zoppicante, i tre punti del suo programma: «Voglio fare un gol nel derby, battere la Roma e portare a fine campionato la Lazio in un posto che ci renda tutti felici». La prima promessa ha trovato compimento nel derby di Coppa Italia, la terza, con i biancocelesti al quarto posto, è a buon punto. Resterebbe la seconda. Hernanes ha avuto già due opportunità, ma finora ha «fallito». Uno smacco che ancora lo infastidisce e che lo carica ancor di più per la sfida di domenica. «Nelle due partite precedenti abbiamo fatto molto bene, ma alla fine le abbiamo perse - ha detto ai microfoni di LazioStyleRadio - questa volta, invece, non vogliamo commettere il minimo errore, dobbiamo essere perfetti, perché non vogliamo soffrire di nuovo». Dice proprio così, Hernanes: soffrire. Perché il derby della Capitale l'ha vissuto fin dal primo giorno della sua avventura romana. Quando, sull'aereo che dal Brasile lo portava in Italia, ha conosciuto i primi tifosi della Lazio che subito gli hanno chiesto di condurre i biancocelesti alla vittoria in quella partita. Per questo adesso non riesce a pensare ad altro: «Sto vivendo questa vigilia con molta concentrazione e attenzione, come tutta la squadra. Non so dire adesso chi potrà essere l'uomo decisivo, non è mai un giocatore solo che fa la differenza, ma tutta la squadra. Io voglio una domenica meravigliosa, l'importante è vincere, non conta chi sarà determinante». La sua prima stagione italiana ha superato il giro di boa. Per Hernanes è già tempo di tracciare i primi bilanci. La vita fuori dal campo è promossa a pieni voti: «L'Italia è un Paese che mi ha accolto con grande affetto e nel quale mi trovo benissimo, con una splendida cucina e un buon clima, anche se non mi piace che, come in Brasile, quando si vince una partita si è un campione e quando si perde si viene criticati duramente». Poi c'è l'aspetto tecnico: «Qui ci sono i marcatori più forti del mondo, ma piano piano mi sto abituando». Considera il gol su punizione contro il Chievo «il più bello che ho fatto finora» e si spinge a immaginare un futuro ancora più radioso: «La squadra ha grandi qualità, se anche l'anno prossimo dovessimo mantenere questo organico abbiamo molte possibilità di lottare per lo scudetto». Da parte sua, è pronto a consigliare a Lotito qualche altro giocatore del San Paolo che, dopo lui e Dias, possa assicurare alla squadra un ulteriore salto di qualità. E non rifugge neanche dalle ambizioni personali: «Questa estate il Brasile farà un lungo ritiro. Nel dubbio, non ho ancora prenotato le vacanze». Nel frattempo ci sono ancora «dieci finali da vincere». Quella con la Roma resta la partita più importante. «Troveremo un avversario ferito - conclude il brasiliano - ma noi dobbiamo batterlo». C'è una Champions da conquistare e la Lazio «può farcela sicuramente».

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