Roma fuori di testa
Shakhtar nella storia, la Roma torna a casa: fuori dalla Champions. Inevitabile. Finale già scritto dopo il 2-3 dell'Olimpico che aveva compromesso in maniera irrimediabile la qualificazione. Una brutta eredità per Montella che rimedia comunque la prima sconfitta da quando allena la Roma, nella settimana più importante della stagione, ma è forse l'unico dei suoi ad uscire dal catino di Donetsk a testa alta. Ha fatto quello che ha potuto e il 3-0 alla fine è una punizione fin troppo pesante per questa Roma. Alzi la mano chi, dopo il siparietto con Pizarro nella gara col Lecce, non era certo che Borriello avrebbe sbagliato il rigore concesso giustamente da Webb: nessuno, era matematico. È l'episodio che spacca la gara, dopo il tacco non tacco di Hubschman che manda avanti immeritatamente lo Shakhtar nella sfida alla quale però la Roma è rimasta attaccata con le unghie: almeno fin quando ha retto la testa. Vantaggio immeritato perché la Roma ha mostrato voglia, grinta, un nuovo ordine tattico, ma non ancora la mentalità e la lucidità per poter vivere dignitosamente tra le grandi d'Europa. E quanto successo nel corso della gara sta lì a dimostrarlo perchè dopo il rigore sbagliato dall'attaccante, a detta di tutti, più in forma, è arrivata l'ennesima espulsione (ancora Mexes) e infine un fallo (purtroppo ancora De Rossi) bruttissimo che poteva lasciare la Roma per un tempo addirittura in nove se il mediocre Webb fosse stato attento. Perché un provocatore come Srna non può far saltare i nervi a una squadra intera. I presagi sinistri del semi-black out luminoso in avvio di gara, si sono conclamati trasformando una serata partita benino nell'ennesimo bagno di sangue per i giallorossi. L'uomo in meno condiziona testa e movimenti e porta all'inevitabile 2-0 firmato Willian. Ennesima beffa per Doni che solo sette minuti prima (51') si era prodigato nella prima e unica parata della serata. Vorrà dir qualcosa anche questo? Probabilmente si. Così come molto probabilmente Montella, il più giovane allenatore impegnato in Champions per l'esordio europeo sulla panchina della Roma, aveva immaginato qualcosa di diverso. Ma alla fine il tecnico giallorosso è uno dei pochi che esce a testa alta da questa serata che andrà per storto anche alla nuova proprietà a stelle e strisce. Fa quel che può, dà grinta e ordine a questa Roma senza testa e che adesso dovrà essere brava a trasformare questa caporetto in energia positiva in vista del derby di domenica. Un'altra gara che non si può sbagliare per tornare a sognare sotto delle stelle della Champions.