C'era un volta Capitan Futuro
C'era una volta Daniele De Rossi, perché quello che ha assestato una gomitata balorda a Srna non è Daniele De Rossi. Non lo è e non gli assomiglia nemmeno. Il vero De Rossi è tutta un'altra cosa: è quello che segnò di mano al Messina, confessò il misfatto all'arbitro Bergonzi e lo convinse ad annullare il gol o quello che diventò uno dei simboli della Roma spallettiana e fece arrivare a Trigoria proposte indecenti da Real Madrid e Chelsea. Ora, quel De Rossi lì, non c'è più: l'anno scorso, nonostante l'altalena di alti e bassi, è riuscito comunque a chiudere con un bottino di 11 reti stagione; nell'annata in corso, tranne un buon periodo tra novembre e dicembre, per «Capitan Futuro» ci sono state molte più ombre che luci. Passi per un calo di rendimento, ma l'aspetto più preoccupante dell'intera faccenda è la sua metamorfosi in negativo negli atteggiamenti e nei comportamenti. Donetsk è stata solo l'ultima tappa di un cammino di tre settimane all'insegna della follia. Il pugno, ritenuto comunque involontario dall'Uefa, o manata a Chygrynskiy nella gara d'andata, la grazia concessa da Banti in Bologna-Roma dopo la mano galeotta, un fallo da cartellino arancione a Lecce su Gustavo e l'ultima indifendibile gomitata su Srna. Per tre volte De Rossi l'ha fatta franca, ma alla quarta, nonostante la miopia dell'arbitro Webb, il finale dovrebbe essere diverso. Arriverà, a meno di miracoli, la prova tv, così come quasi sicuramente giungerà una stangata esemplare (non meno di tre turni), foraggiata anche dall'aggravante della fascia da capitano e da un quarto uomo che potrebbe aver inserito nel referto i continui scambi di parole non proprio d'amore tra il biondo di Ostia e la panchina dello Shakhtar. L'Uefa attende le relazioni dell'arbitro ed entro domani deciderà se aprire un caso disciplinare. La Roma, intanto, vuole capire costa succedendo nella testa di De Rossi. Ieri è arrivata la strigliata di Montali: ci sarà una multa pesante già in partenza e pronta a lievitare in base alle giornate di squalifica. De Rossi, scusandosi, ha spiegato che dalla bocca di Srna non uscivano sfottò ma insulti rivolti a tutti gli italiani. Ma il modo scelto per fare giustizia, visto il codice etico della Nazionale, rischia anche di fargli saltare un giro di convocazioni prandelliane. Ora arriva il derby e dopo gli americani, che prima di rinnovargli in contratto (scadenza 2012) e confermarlo al centro del progetto Roma vorranno capire le sue intenzioni e andare in fondo ai perché di questa crisi. Alla ricerca del De Rossi perduto.