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L'Inter non molla

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Inter-Genoa, il gol di Samuel Eto'o

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Cinque gol al Genoa per riportarsi a cinque punti dal sogno scudetto. L'Inter strapazza i rossoblù di Ballardini giocando un grande secondo tempo e rilancia la sfida al Milan. Visto il passo falso del Napoli, scivolato a otto punti dalla vetta, il destino del campionato sembra ormai scritto: sarà una lunga volata milanese, con il derby-verità del 3 aprile a chiarire i rapporti di forza. Leonardo è pronto, forte del record di punti conquistati nei primi due mesi nerazzurri: sono 33 in 13 gare di campionato, meglio addirittura del «maestro» Fabio Capello, 32 punti con la Juventus nella prima parte della stagione 2004/05. «Ma l'accostamento è improprio - ha sottolineato con modestia il tecnico brasiliano - per me Capello rimane un punto di riferimento, mi ha voluto in Italia, gli sarò sempre riconoscente». L'Inter, invece, deve riconoscenza a Leonardo, abile a rigenerare una squadra spenta. Anche ieri i nerazzurri hanno giocato un brutto primo tempo, andando al riposo in svantaggio. Con Benitez, però, le partite cominciavano male e finivano peggio, mentre con l'allenatore brasiliano i giocatori danno l'anima fino al 90'. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: se le partite durassero 45', l'Inter avrebbe 19 punti in meno. Anche ieri i nerazzurri ci hanno provato, almeno nei primi 25'. Una pressione sterile nella metà campo genoana terminata con un'azione personale del solito immenso Eto'o, egoista nel tentare la conclusione in porta piuttosto che l'assist per Pazzini. Poi il Genoa ha cominciato a crederci affacciandosi con insistenza dalle parti di Julio Cesar. Al 30' Kucka ha rotto gli indugi con una conclusione da fuori, al 35' ci ha provato Konko senza precisione, due minuti più tardi ancora un tiro-cross del franco-senegalese stava per favorire l'inserimento di Paloschi. Prove generali del vantaggio rossoblù, arrivato al 40' grazie all'ennesima percussione centrale di Konko, mal contrastata dai centrocampisti dell'Inter: Palacio ha rifinito il lavoro con uno splendido destro incrociato, imparabile per Julio Cesar. L'illusione del Genoa è durata pochi minuti. Con una felice intuizione tattica, nel secondo tempo Leonardo ha inserito Pandev per Stankovic passando al 4-2-3-1 amato da Mourinho. In pochi minuti la partita è cambiata. Al 5' Pazzini ha girato in rete un cross di Maicon, trovato sulla destra dal solito Eto'o. E sessanta secondi dopo Eduardo ha maldestramente respinto con i piedi un tiro da fuori di Pandev, regalando al camerunese un facile tap-in. Al resto ci ha pensato Mesto, maldestro nel regalare palla a Eto'o al limite dell'area: 3-1 al 12' e partita in cassaforte. Il risultato finale è frutto del gol di Pandev al 26', della prima rete nerazzurra di Nagatomo (la squadra lo festeggia con un inchino in stile saluto di karate) al 39' e della prima segnatura italiana dell'argentino Boselli allo scadere. «Cosa ho detto ai ragazzi alla fine del primo tempo? Nulla – ha spiegato Leonardo – sapevano di aver giocato male. Eravamo lenti e macchinosi. Nella ripresa, anche grazie all'ingresso di Pandev le cose sono cambiate. Il Milan? Una squadra solida e in forma. Ma noi stiamo crescendo, abbiamo recuperato tanti punti e ora siamo pronti a giocarci lo scudetto sino alla fine».

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