Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Giovanni Esposito Sorelle d'Italia.

default_image

  • a
  • a
  • a

Ilsuo nome è Antonietta Di Martino, la pedana questa volta è quella del salto in alto. La vittoria è quella di un'atleta che a dispetto di 169.5 cm di altezza è stata capace ieri al Palais Omnisport de Bercy di valicare l'asticella a 2.01 e di mettere al collo un oro pesantissimo per la sua carriera, la prima vera grande affermazione internazionale. Aveva più di qualche sassolino nella scarpa da togliere l'atleta di Cava de' Tirreni, che con Simona La Mantia, vincitrice del titolo europeo al coperto nel salto triplo, condivide la società di appartenenza quella delle Fiamme Gialle. Ieri ha preso il posto che merita nell'albo d'oro dell'atletica continentale, precedendo rispettivamente la spagnola Beitia e la svedese Jungmark con la stessa misura di 1.96. E poi le lacrime di gioia all'abbraccio con il marito Massimiliano Di Matteo e Angelo Zamperin, il responsabile azzurro dei salti. «Alla vigilia sentivo la pressione di tutti – ha detto la Di Martino – come era logico dopo aver saltato i 2.04 quest'anno, ci si aspetta molto da me. È la mia prima medaglia d'oro, e volevo onorarla con una prestazione di rilievo, ecco perché ho scelto di saltare 2,01 quando i giochi erano ormai già fatti. Ora l'obiettivo sono i Mondiali, e spero, negli anni che mi restano in carriera, di riuscire ad arrivare al grande appuntamento nella forma che dico io. Sono abituata a soffrire, i tanti infortuni me lo hanno insegnato fin troppo bene ma non mi hanno sconfitto è per questo che vincere è ancora più bello». Capita di chiamarti Fabrizio Donato e di scendere in pedana nel salto triplo con al collo l'oro Europeo indoor conquistato a Torino 2009. Dopo una stagione in cui non sei stato brillantissimo a causa di un infortunio alla spalla, senti finalmente che i momenti bui sono passati. Dopo un nullo, fai anche due gran salti i più lunghi nella storia d'Italia, rispettivamente di 17.70 e 17.73 (precedente 17.59 Donato 2009) quest'ultimo, tra l'altro anche la seconda prestazione mondiale al coperto dell'anno. Ma sulla tua strada quel giorno incontri un «mostro sacro» dal nome del francese Teddy Tamgho che si prodiga in due salti fotocopia lunghi 17.92 che oltre al trono d'Europa gli fruttano anche il record del mondo indoor della specialità. E allora ti devi accontentare di un argento che a 34 anni ha un sapore dolcissimo (bronzo a Marian Oprea con 17.62) permettendoti il lusso di rimandare l'appuntamento con il destino dei vincitori al futuro.

Dai blog