Delneri: non credevo di finire così in basso
Quelloche non hanno più i bianconeri: terza sconfitta di fila e destino di Delneri appeso a un filo. Il tecnico di Aquileia sceglie la strada più rischiosa: Chiellini centrale al fianco di Barzagli (giubilato Bonucci), fascia sinistra affidata a Traorè e Martinez, Marchisio centrale al fianco di Melo visto che Aquilani finisce in tribuna. In casa Milan, Pato a casa con l'influenza e Cassano in campo. Proprio lui, il Fantantonio che avrebbe potuto vestire il bianconero in almeno tre estati scegliendo sempre altre strade. Prima del fischio il minuto di silenzio per il capitano degli alpini morto in Afghanistan, interrotto da un invasore subito braccato. Ibra fa venire subito uno spavento a Buffon: cross di Flamini da sinistra, palla impattata arrivando dal lato opposto ma alta di brutto. La Juve comunque è meno intimidita di altre volte: Melo regala un paio di strappi, imitato da Krasic. E Cassano, partendo soprattutto da sinistra, non mette in difficoltà Traorè che sta dall'altro lato. Ecco, passano venti minuti e proprio sul sinistro del barese arriva l'occasione più ghiotta della prima parte di gara: assist di Boateng, dribbling a rientrare su Traorè, sinistro però alto e anche a sorpresa, visto che non pareva proprio difficile centrare la porta. Mani nei capelli e via. Un po' a destra e un po' a sinistra: Sorensen è grande e grosso, ma lui danza sul pallone. Succede alla mezzora, quando alza la testa e pesca Ibra dal lato opposto, tutto solo. Lo svedese cicca il pallone manco fosse un giocatore di Lega Pro, la Juve respira e Cassano alza gli occhi al cielo. Si cercano, il barese e lo svedese: si trovano anche, ma Buffon dorme sonni relativamente tranquilli. Un paio di disattenzioni (solite) di Sorensen sulla fascia permettono al Milan - che gioca meglio, con più idee e un piano gara ben delineato - di sperare nel vantaggio, ma alla fine del primo tempo nulla è ancora successo. Ai punti comunque sono avanti i rossoneri, anche perché Abbiati non deve compiere un solo intervento e le azioni dei padroni di casa si infrangono ai venti metri manco ci fosse una barriera invisibile a respingerne le avanzate. L'impressione è che la volontà dei bianconeri sia anche tanta, ma che le idee siano piuttosto confuse quando si tratta di avvicinarsi davvero alla porta avversaria. Allegri cambia a inizio ripresa, nell'evidente tentativo di essere ancora più pericoloso: dentro Robinho e fuori Boateng, ma il modulo non cambia. È il Milan che fa la partita anche a inizio ripresa: una punizione di Ibra impegna Buffon, poi è Chiellini a dare la scossa rubando palla a Jankulovski spedendo nell'area piccola un pallone che né Matri né Toni riescono a intercettare. Lampi di Juve, mentre al solito qualche scemo lancia petardi da un settore all'altro. Entra Iaquinta al posto del solito impalpabile Toni, il pubblico si scalda ma in campo succede poco almeno fino a metà ripresa: sponda di Ibra, Gattuso ha un'autostrada davanti a sé e sul suo sinistro (non irresistibile) Buffon non trova il tempo giusto. La curva Sud non aspettava altro: insulti a Del Neri e persino ad Agnelli, inni a Marcello Lippi, Luciano Moggi e via di questo passo. Il Milan vola, la Juve sprofonda.