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Matteo De Santis Sembrava il solito film con la solita storia, la solita Roma cicala e la solita ennesima rimonta della formica di turno.

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«Hovisto - esordisce Montella - la voglia di vincere che piace a me e una buona Roma, soprattutto nel primo tempo. Nella ripresa abbiamo spinto e pressato di meno, ma volevamo vincere e ci siamo riusciti. Siamo sulla strada: a Donetsk ce la possiamo fare, per il quarto posto facciamo la corsa su noi stessi e ora puntiamo a riconquistare l'Olimpico. Tre attaccanti insieme in campo? Si può fare, ma non ora». La patata bollente di replicare agli sfoghi di Ranieri spetta prima a Montali. «Capiamo la sua amarezza - spiega il direttore operativo - ma non ci riconosciamo nelle sue parole. Non voglio fare polemica, nel calcio bisogna avere un atteggiamento distaccato. Vorremmo dire tante cose ma come società non lo facciamo per una questione di stile». De Rossi, invece, un paio di cose le dice lo stesso: «Quest'anno all'interno del nostro gruppo c'è stato un po' di nervosismo ma era dovuto ai risultati che non arrivavano. Non penso che nello spogliatoio della Roma ci siano persone sole, tantomeno lo è Totti». Perrotta applaude il nuovo che avanza: «Con Montella è tutto diverso, abbiamo ritrovato l'entusiasmo e il modulo giusto. Prima non era solo demerito di Ranieri, ma è normale che dopo un cambio di allenatore i giocatori diano qualcosa di più». Borriello, invece, racconta il dibattito con Pizarro sul rigore: «Il rigorista era David, ma a un certo punto mi ha chiesto se volevo tirare io. Poi ci ha ripensato». Per una volta tutti felici, contenti e non rimontati.

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