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Infortuni e concorrenza Ora Floccari ci riprova

Floccari abbracciato da Rocchi

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Se non fosse per Bologna, il suo 2011 si potrebbe considerare neanche iniziato. Sì, perché dopo un 2010 contrassegnato da 14 gol ufficiali con la Lazio, la stella di Sergio Floccari si è eclissata. Solo che l'ispirazione sotto porta in questo caso c'entra poco. A spegnerla è stata soprattutto la sfortuna. Il suo «calvario» è iniziato nel modo più assurdo. Iniziativa di beneficenza al Palalottomatica, Roma e Lazio si sfidano in una partita di basket. Dopo pochi minuti Sergio si scontra con il compagno Muslera, poggia male il piede e si procura una distorsione alla caviglia. Salta la gara con l'Udinese e si rivede in campo, il giorno della Befana, contro il Genoa. La forma non è ancora quella dei tempi migliori, e per rivedere il vero Floccari bisogna aspettare altre tre partite. A Bologna, dopo un lungo digiuno, ritrova la via della rete, e non si ferma a quello. Uno strepitoso Viviano gli nega il raddoppio e Zarate non capitalizza un suo geniale assist di tacco. La Lazio alla fine viene travolta, ma almeno ha ritrovato il suo bomber. Peccato che, anche in questo caso, sia in agguato la sfortuna. Il sabato successivo, l'anticipo con la Fiorentina dura per Floccari solo una manciata di minuti. A fermarlo è una distrazione al ginocchio. Senza di lui Reja si appoggia a Kozak, con il ceco così convincente da venire confermato tra i titolari anche quando il calabrese torna a disposizione. La trasferta di Cagliari potrebbe essere l'occasione giusta per rivederlo in campo, ma alla fine Reja gli preferisce ancora Libor. Per Sergio solo uno spezzone di ripresa in cui il palo gli nega la gioia di un gol di tacco. Quanto basta, comunque, per dimostrare all'allenatore di esserci, di poter dare una mano a una squadra che, all'improvviso, ha smarrito la capacità di andare in gol. Nel posticipo di domenica sera contro il Palermo Reja dovrebbe finalmente dare una nuova chance da titolare al suo «regista offensivo». Quello pensato dal tecnico friulano, in realtà, sembra un vero e proprio ritorno al passato. Potrebbe essere rilanciato, stando a quanto provato a Formello, anche il sempre discusso Zarate, in una formula iperoffensiva con il calabrese sostenuto dai trequartisti Sculli, Hernanes e Maurito. Sergio scalpita anche se sa che non tutto dipende da lui: «Dobbiamo migliorare tutti nella fase offensiva - ha spiegato ai microfoni di LazioStyleRadio - al di là di chi gioca. Solo attaccando gli spazi, cercando la profondità, si riesce a mettere in difficoltà le difese avversarie». Il calabrese si è poi raccontato a cuore aperto, passando dalla grande fede in Dio al suo essere un calciatore «diverso», lontano dai riflettori e più attratto dalle cose genuine dalla vita. Anche per questo, si è sentito di dare un consiglio alla Lazio per la volata Champions: «Non dobbiamo viverla con troppo stress, altrimenti rischia di diventare davvero difficile. L'importante è mettere in campo il nostro entusiasmo e giocare come sappiamo: quando l'abbiamo fatto, abbiamo dimostrato di poter battere chiunque».

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