Borriello affamato di gol Ma il futuro è da scrivere

Un mese basta e avanza. Borriello si è stancato di restare a bocca asciutta: il gol gli manca dal 2 febbraio, il giorno in cui sono iniziati i guai della Roma. SuperMarco ha segnato nel primo tempo contro il Brescia la sua 15ª rete stagionale, poi la gara è finita 1-1 e nelle quattro sfide successive sono arrivate altrettante sconfitte. Tre in campionato e una, pesantissima, in Champions con lo Shakhtar. Quella sera Borriello è sbottato, facendo notare ai compagni e a Ranieri i famosi «venticinquemila gol» che ha segnato in questa stagione e avrebbero dovuto, sulla carta, garantirgli il posto da titolare. Ormai l'abbiamo capito: la panchina fa venire le bolle a Borriello. Nonostante l'astinenza ormai lunga un mese, è ancora il capocannoniere della Roma. Senza i suoi gol la storia di Ranieri a Trigoria probabilmente sarebbe finita molto prima. Ma quello è il passato. Adesso c'è un altro allenatore, napoletano come lui, che ha altrettanto bisogno dei suoi gol. Montella, al debutto in panchina a Bologna, gli affidato il posto da titolare al centro dell'attacco senza ricevere le risposte che aspettava. E infatti lo ha sostituito con Totti sia durante la gara del Dallara che all'inizio della sfida di domenica scorsa con il Parma. Stavolta nessuna ribellione a tiro di telecamera, ma la faccia di Borriello diceva tutto. Ci ha pensato il capitano a «consolarlo», facendosi ammonire e quindi squalificare per la trasferta di domani a Lecce. Nell'anticipo toccherà allora a SuperMarco riempire l'unica casella di attaccante prevista nel 4-2-3-1: un modulo che implica dei movimenti a lui non proprio familiari.   Borriello si è messo sotto, ha chiesto e ottenuto di allenarsi anche martedì mentre la squadra riposava e ieri, dopo un'ora e mezza di lavoro con il gruppo, si è fermato ad esercitarsi sui tiri in porta. La Roma in questi mesi ha scoperto le due facce dell'ex milanista: un professionista esemplare a volte un po' troppo chiacchierone in campo. Il suo futuro è comunque scritto in un accordo privato pattuito con il Milan la scorsa estate che prevede il riscatto obbligatorio a giugno per 10 milioni di euro. C'è da dire, però, che questa carta non ha alcun valore a livello federale (il riscatto obbligatorio non è previsto dai regolamenti) e quindi, in linea teorica, la nuova proprietà potrebbe pure decidere di non acquistarlo. O di ritrattare il prezzo. Il Milan, tra l'altro, è la società che sta strappando alla Roma Mexes senza versarle un euro. Volendo, l'arma di vendetta è già pronta. E Borriello cosa spera? Di segnare domani, intanto. Per il futuro c'è ancora tempo.