Roma scoppiata
Vecchi fantasmi riaffiorano nella testa e nelle gambe della Roma. Il pareggio contro il Parma ieri all'Olimpico assomiglia maledettamente a una sconfitta, soprattutto per il modo in cui è maturato. Due a zero al termine del primo tempo con una Roma che sembra aver smaltito le tossine dell'era-Ranieri, un Totti in grande spolvero e la ritrovata coppia De Rossi-Pizarro in mezzo al campo in grado di dettar legge e tempi alla squadra. Insomma, superati i fischi di avvio della Sud (per tutti tranne Totti e Montella), che alla squadra li aveva promessi dopo l'oblio degli ultimi tempi, tutto sembrava filar liscio. Vantaggio di Totti che trasforma un rigore (fallo di Lucarelli su Taddei) sacrosanto concesso da Brighi (poco prima ne aveva negato un altro ancor più lampante per un fallo sullo stesso capitano) e 197esimo gol in campionato del giallorosso alla sua presenza numero seicento con la maglia della Roma. Vantaggio meritato che il rimpallo e la successiva botta a rete di Juan venti minuti dopo (35'), conclama. La Roma sul 2-0 ha letteralmente la partita in mano, non va mai in affanno, ed è sempre padrona del campo. Il Parma? Sbiadito, non fa un tiro in porta per un tempo con Doni a riposo impegnato solo nel ridare con i piedi la palla ai suoi. Visti i risultati degli altri campi, potrebbe essere un pomeriggio perfetto e arriva addirittura il boato dell'Olimpico al 41' quando sul tabellone si illumina il gol del Cagliari che manda sotto la Lazio. Poi il segnale brutto che fa intuire come sarà tutt'altro che una giornata di gloria. Poco prima dei due fischi di Brighi, Pizarro resta in terra col ginocchio dolorante: va cambiato, dentro Simplicio. E sarà tutta un'altra Roma quella della ripresa: parte bene, ma si spegne col passare dei minuti nonostante le due occasioni di Vucinic (11') e Totti (20'). La doccia fredda arriva alla mezz'ora con il tacco al volo fulminante di Amauri che buca Juan e infila un incolpevole Doni: fa 2-1 e Roma che perde la bussola. Scene di ordinaria follia già viste purtroppo con questa squadra tutt'altro che guarita e fin troppo ottimista dopo il successo di Bologna. Ecco, forse il problema è proprio questo: al Dall'Ara i giallorossi hanno giocato un recupero e quindi 74 minuti. All'Olimpico la gara di ieri è durata novanta e per questa Roma sono troppi. E infatti, esattamente allo scadere dei 74' minuti (gli stessi di Bologna), la Roma ha incassato ieri il primo gol che l'ha stordita e preparata al raddoppio, firmato sempre Amauri, che ha decretato poi il 2-2 finale. Un disastro, forse per certi versi annunciato ma che nessuno si aspettava potesse arrivare in questo modo e solo quattro giorni dopo il successo liberatorio di Bologna. Anche se spensare al «miracolo» Montella dopo quattro giorni di Trigoria, sarebbe stato troppo anche per i suoi maggior estimatori. Per l'aeroplanino si apre una settimana lunga, nella quale dovrà esser bravo a capire come rimettere in piedi questa squadra che ha rimediato 24 gol nell'ultima mezz'ora (decisamente troppi), non sta in piedi per più di settanta minuti e alla quale inizia a far male anche l'aria dell'Olimpico. In questo senso il fatto che venerdì la Roma anticiperà a Lecce, potrà essere d'aiuto per una squadra uscita tra i fischi impietosi (e giusti) della sua gente tra i cori che l'arrivo di Montella sembravano aver cancellato in un colpo solo. E invece no!