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Scacco in 4 mosse

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Il neo allenatore della Roma Vincenzo Montella

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Problemi risolti? No, probabilmente solo rimandati, ma la Roma di Montella si gode questo momento di euforia che fa benissimo a tutti: tifosi compresi. Serviva una ventata d'ottimismo e l'aeroplanino giallorosso l'ha portata all'interno di un gruppo che sembrava aver perso la retta via e che invece ora è tornato a camminare assieme verso un obiettivo. Una «guarigione» avvenuta grazie alla grande conoscenza del gruppo e della realtà Roma da parte dell'ex bomber. Nessuno come lui, che dopo aver smesso di calciare un pallone, di fatto non ha mai lasciato Trigoria intraprendendo la complicata carriera di allenatore, conosce a menadito tutti i lati oscuri di questa squadra. Conosce umori e dissapori, sa valutare priorità e quindi si è saputo muovere con disinvolutra all'interno dell'inferno che le dimissioni di Ranieri avevano innescato. Poche mosse, giuste, senza alzare troppo il tiro all'insegna del «low profile», ma anche del grande confronto reciproco e del rispetto dei ruoli. Ha sfruttato in primis l'onda positiva creata dalle dimissioni di Ranieri: quella «scossa» che serviva alla squadra per tornare a credere in se stessa. Insomma un lavoro che poteva sembrare semplice, ma non lo è affatto e che Montella è stato in grado di svolgere al meglio. Poi l'ex bomber è stato deciso nelle sue scelte: nessuno sconto, niente amici degli amici. A partire dal difficile ruolo del portiere all'attaccante da utilizzare davanti, Montella è stato chiaro fin da subito senza cadere in dubbi di interpretazione. Quindi ha fatto un ottimo lavoro sul modulo senza inventare nulla, ma anzi riutilizzando quello che questa Roma sa far meglio: il 4-2-3-1 di spallettiana memoria, quello che aveva portato più volte la Roma a un passo dal sogno. Squadra corta e compatta, con ogni giocatore messo nel suo ruolo a fare ciò che sa fare. Sembra facile, ma evidentemente non lo è. E dulcis in fundo, Montella ha ritrovato un'unità di intenti e rianimato quanti, per un motivo o per un altro, si erano chiamati fuori. Anche chi ha sbagliato, come Pizarro che non ha giustificazioni per quell'infortunio fantasma scomparso in un nanosecono contro li Bologna, riuscendo a utilizzare il meglio a sua disposizione. nessuna rivoluzione quindi, ma semplici assestamenti che stanno dando i frutti sperati: ma il cammino è ancora lungo.

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