La svolta Champions
Una bella rinfrescata per ripartire verso la Champions. La Roma cala la coppia Montella-Montali, quattro lettere e una missione in comune: salvare il salvabile prima dell'avvento degli americani. La svolta deve iniziare dal recupero di oggi con il Bologna e il successore di Ranieri si presenta già con le idee chiarissime in sala stampa, la sala «Champions» per l'appunto. Accanto a lui c'è la presidentessa uscente, Rosella Sensi, poco più in là sono seduti gli altri dirigenti, compreso Montali che subito dopo viene insignito del nuovo ruolo di direttore operativo. Così vogliono Unicredit e Mr. DiBenedetto in attesa di poter mettere le mani sulla società una volta ultimato il passaggio di proprietà a marzo. Montali gode della fiducia della banca e degli americani, Montella vuole guadagnarsela in tre mesi. «Non mi sento un traghettatore - dice convinto il nuovo tecnico giallorosso - il mio obiettivo è fare bene da qui alla fine dell'anno, poi chi sta nel calcio sa che le situazioni cambiano continuamente. Non mi interessa che qualche allenatore si promuova, che si parli di Ancelotti, l'ho messo in preventivo». Vincenzino è pronto alla sfida. «Avevo programmi diversi per la mia carriera ma quando mi è stato proposto - e specifico che è successo solo dopo le dimissioni di Ranieri - ho accettato con entusiasmo e sicurezza. Con Claudio ho parlato lunedì per ringraziarlo e perché lo stimo ma non gli ho chiesto niente. Sono consapevole a cosa vado incontro. Ho un gruppo fortissimo, composto da persone sensibili che in questo momento sono in difficoltà. Parlerò con tutti, lo sto già facendo e credo molto nelle loro qualità umane e sulla voglia di rivalsa». Con la squadra è già stato chiaro: ascolterà tutti ma decide lui, «perché i giocatori devono capire che conta la qualità e non la quantità dei minuti. Io ho molte più panchine alle spalle - scherza - di tanti allenatori di serie A e a Bologna per la prima volta sarò contento di andarci. È giusto "incazzarsi" quando si sta fuori, io ero il primo, quando l'ho fatto di meno ho smesso di giocare: vuol dire che hai qualcosa dentro ma non si può venir meno ai doveri di professionista e non si deve creare disturbo ai compagni. Per me è stato più difficile lasciare fuori dei bambini che sognano di giocare». La prima scelta delicata l'ha fatta: Doni torna in porta, Julio Sergio si accomoda in panchina. «Il portiere sarà uno, deve essere sicuro di avere il posto». Sul modulo ha in mente il ritorno al 4-2-3-1. «In due giorni - ammette Montella - è difficile impostare un sistema di gioco. Credo che i ragazzi abbiano bisogno di altro in questo momento: io dall'esterno ho notato soprattutto un blocco psicologico. Però credo di poter andare avanti con un'idea unica: i migliori devono giocare nelle posizioni in cui si esprimono al meglio». Musica per le orecchie di una squadra che aveva smarrito da tempo un'identità tattica. Rosella lo ascolta ammirata dopo il suo sfogo personale a inizio conferenza. «La scelta di Vincenzo non significa autogestione. Per quanto riguarda me, non è vero che Unicredit voleva le mie dimissioni - dice la presidentessa - continuo a fare il mio lavoro con il massimo dell'entusiasmo per poter accogliere i nuovi proprietari e rappresentare la società e la città come meritano». Il primo passo concreto verso il futuro è arrivato al termine della presentazione di Montella. La Sensi ha radunato squadra e dirigenti e comunicato, che Montali è il nuovo direttore operativo della società: oggi l'ufficialità. Non direttore generale, perché ci sarebbe stato bisogno di convocare un cda per eleggerlo, e i poteri di firma spettano ancora a Rosella. Montali, felicissimo per l'incarico, avrà le deleghe per la gestione di squadra e societa. Ora attende il rinnovo di contratto biennale, intanto si prende i poteri e prova a riportare serenità e ordine nel caos di Trigoria.