Il guaritore
Possibile che in due giorni, un allenatore che non ha mai diretto una squadra di serie A e che non a caso è il più giovane tra i suoi colleghi, riesca a risolvere i problemi di una delusissima aspirante prima della classe, a cancellare quattro sconfitte consecutive e rimettere in piedi un gruppo sventrato e già dato per morto? Probabilmente no, ma il risultato del recupero di Bologna interrotto lo scorso 30 gennaio, dice esattamente questo. E lo fa non tanto per il gol di De Rossi (deviazione di Cherubin) che vale tre punti pesantissimi e manda al tappeto il Bologna, ma per la voglia e la compattezza dimostrata in campo da una squadra che sembra aver ritrovato in un colpo solo gli stimoli giusti, anche se non ancora il gioco migliore. Forse aveva ragione Ranieri, «serviva una scossa» ed è arrivata al Dall’Ara al termine di una partita giocata per buona parte in avanti nella quale però la Roma ha saputo anche stringere i denti contro gli assalti nel finale dei resti di un Bologna decimato da squalifiche e infortuni. Montella è stato addirittura miracoloso: è infatti una delle note buone, ma allo stesso tempo dolente, il recupero di Pizarro, fuori dal 28 novembre scorso. Quasi ottanta minuti da regista vero, come nei tempi migliori, a dimostrazione che quanto detto e scritto sulla sua «rottura» con Ranieri era tutt’altro che fantasia giornalistica come ventilato dalle solite sirene arroccate nel fortino di Trigoria. Una brutta cosa, comunque, perché chi gioca «contro» un allenatore, inevitabilmente lo fa anche contro la «sua» squadra. La domanda, giustissima, che si fanno i tifosi dopo quanto visto ieri è: «Dov’era Pizarro quando la Roma perdeva la testa e aveva bisogno di lui?». Ma è roba passata e il buonismo del momento costringe a pensare al presente: anzi al futuro. Montella ha dettato le sue priorità. Il portiere della nuova Roma sarà Doni. In difesa i tre ruoteranno (già a partire da domenica all’Olimpico con il Parma vista la squalifica di Mexes) e in attacco i cambi sono scritti: giocherà sempre uno tra Totti e Borriello (molto probabilmente domenica toccherà al capitano partire titolare) e uno tra Vucinic e Menez. Insomma, una Roma meno spregiudicata, ma notevolmente più corta e compatta che ha retto meglio il campo e sembra aver finalmente ritrovato il sorriso. Una roba non da poco per un gruppo che aveva mostrato volti sorridenti già prima di entrare in campo e ha mostrato di saper vivere la tensione sportiva in modo diverso: probabilmente serviva qualcuno in grado di sdrammatizzare e Montella ha mostrato di saperlo fare. È solo un primo passo, ma la strada imboccata dalla Roma sembra quella giusta e adesso anche la classifica fa un po’ meno impressione: sesto posto, Juve e Palermo scavalcati e zona Champions sei lunghezze più su. Si può fare, a patto che si remi tutti dalla stessa parte e non ci si faccia continuare a prendere dagli isterismi: come quelli percepiti a fine gara su chi, come e dove, deve parlare... Dietro i sorrisi, il solito velo di tristezza.