Una messa non fermerà il futuro
Lagran corte al completo (messi, commessi e valletti: mancavano solo i suggeritori) per l'ultima messa cantata, con tanto di melodramma incorporato, che ha coinciso con la presentazione del nuovo allenatore. Montella ha fatto il suo, è uscito alla grande dal primo dribbling nella nuova veste tecnica. Diretto, senza peli sulla lingua: tutto un altro uomo rispetto a quel giocatore schivo, di poche parole, al quale venivano le bolle quando era costretto a passare in sala stampa per dir la sua magari dopo una partita. È apparso spigliato, con le idee molto chiare e pronto a non far sconti a nessuno: sa benissimo che ora c'è la sua testa sul ceppo giallorosso e ci tiene assai. Ma la prova del nove arriverà già oggi a Bologna quando l'aeroplanino dovrà iniziare a sganciare le prime bombe e a fare scelte pesanti. Anzi, pesantissime visto che saranno le prime da allenatore della Roma e che decreteranno inevitabilmente le gerarchie dei prossimi tre mesi. Dovrà dire chi sarà il numero uno tra Doni e Julio Sergio (ma la scelta appare scontata a favore del suo ex compagno), chi sarà la riserva tra i tre centrali, ma soprattutto dovrà stabilire chi tra Totti e Borriello sarà il suo bomber di riferimento. Anche qui la scelta di pancia sembra scontata, ma potrebbe non esserlo affatto. Insomma dovrà avere quella freddezza sotto porta che ha contraddistinto la sua carriera, ma soprattutto dovrà essere bravo a dribblare quella marcatura a uomo asfissiante dell'attuale proprietà che potrebbe compromettere il suo futuro. In questo senso le nuove nomine gli saranno d'aiuto perché Montella ha il diritto di giocarsi «ad armi» pari le sue chance. In bocca al lupo!