Lazio, Hernanes show
Riecco la Lazio di inizio campionato. Solida, cinica, magari un po' sciupona in attacco, ma comunque vincente. Sale la banda di Reja, si ritrova a 48 punti dopo aver battuto di misura il Bari ultimo in classifica e si tiene stretto il quarto posto che porterebbe nelle casse biancocelesti i milioni della Champions. Decide il settimo gol di Hernanes, un'altra perla, ed è una rete che vale tantissimo perché le dirette concorrenti perdono colpi. Allora, la festa è totale, il momento peggiore è superato, la squadra ora risponde bene sul campo. Tutto è bene quel che finisce bene, ma di certo si poteva e si doveva chiudere prima il conto contro una avversario demotivato e rassegnato alla retrocessione. Tant'è, la storia della Lazio è legata alla sofferenza e dunque nemmeno il gol iniziale di Hernanes è servito a far trascorrere un pomeriggio tranquillo ai venticinquemila dell'Olimpico. La banda di Reja ha regalato al Bari solo una clamorosa occasione sciupata da Donati al 12' della ripresa, per il resto ha sempre tenuto in pugno la partita dando rassicuranti segnali di crescita fisica dopo il gennaio nero però si deve essere più cattivi vicino alla porta avversaria. Alla fine la gara si è risolta nell'Hernanes show. La rete iniziale, destro al volo su cross di Sculli, ma anche almeno altre otto conclusioni verso la porta di Gillet, sei di destro e due sinistro senza poter festeggiare la prima doppietta italiana. Il portiere barese ha chiuso la saracinesca e ha tenuto in bilico la sfida fino al fischio finale dell'incerto arbitro Pierpaoli. In particolare Gillet è stato prodigioso su una conclusione a botta sicura di Sculli. E così si è arrivato agli ultimi mischioni che hanno tenuto col fiato sospeso i tifosi presenti. Senza grandi danni la Lazio ha portato a casa tre punti preziosissimi chiudendo la partita con Radu e Lichtsteiner affaticati per colpa dei problemi fisici avuti in settimana, Stendardo entrato al posto di Biava bloccato da un guaio muscolare, Berni che aveva sostituito l'infortunato Muslera all'ultimo secondo (il portiere uruguaiano si è fermato nel riscaldamento). Una squadra in emergenza che ha saputo stringere i denti ed arrivare alla fine con la vittoria nel cassetto. Unica nota stonata l'ingresso di Zarate che ha confermato di non essere utile quando c'è da lottare. Per carità, Maurito si impegna ma gli otto minuti finali li deve vivere come una punizione. E allora, invece di tenere il pallone e far respirare i compagni, si è intestardito nei soliti dribbling facendo infuriare Reja in panchina. Alla fine è andata bene ma il talento argentino deve riflettere e imparare a gestire meglio l'amarezza per l'esclusione. Serve tanto alla Lazio ma solo se ha voglia di aiutare la squadra a conservare il quarto posto che finora ha saputo meritarsi. All'orizzonte la difficile trasferta di Cagliari e poi gli scontri diretti conto Palermo e Roma: c'è bisogno di tutti per tornare a sentire la musichetta della Champions League.