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La missione riuscità a metà di Unicredit

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Mentregli incastri burocratici si susseguono con successo e il passaggio di mano della Roma si avvicina a passi da gigante c'è ancora qualcuno che continua a remar contro, come se il bene comune non fosse la Roma e un futuro roseo che l'attuale proprietà non avrebbe più potuto garantire. C'è insomma chi sta cercando di raschiare il fondo del barile, invece di uscire a testa alta da un'epoca che ha segnato la storia di questo club. Purtroppo sono scene già viste e vissute (tranne le urla... quelle ci mancavano), con i soliti noti pronti a tirar dentro chiunque pur di strappare qualche credenziale in più: un ultimo favore. Ma c'è anche chi dovrebbe interessarsi solo della parte economica di questo grosso affare e che invece si improvvisa manager sportivo e passa in rassegna gli umori di una squadra ferita che cerca disperatamente una luce in fondo al tunnel. Non solo, perché costoro rimediamo anche qualche sberla in pieno volto e molto probabilmente saranno costretti a trattare ancora, invece di essere super partes e chiudere il «rubinetto» senza ulteriori rinvii per far sì che gli americani mettano rapidamente piede all'interno del club. Forse costoro non hanno capito cosa rischiano e non solo dal punto di vista economico: c'è di mezzo prestigio e credibilità e nell'ultimo atto non ne sono usciti benissimo. Probabilmente non hanno ancora ben capito dove si trovano e che quello ormai alle porte sarà un cambio epocale che rischia però di trasformarsi nell'ennesima battaglia. E inevitabilmente lascerà sul tappeto qualche ferito: speriamo non sia la Roma... un'altra volta!

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