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Daniele Palizzotto Neppure la nebbia improvvisamente scesa su Garmisch riesce a oscurare le stelle azzurre ai Mondiali di sci alpino.

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Unrisultato complessivo fantastico illuminato dalla medaglia della milanese, figlia dell'ex campionessa Maria Rosa Quario detta Ninna, quattro vittorie in Coppa del mondo tra il 1979 e il 1983. Mai, però, mamma Maria era riuscita a salire sul podio nelle competizioni più importanti, Olimpiadi e Mondiali. A soli 20 anni, quindi, Federica ha già superato Ninna, e chissà che non possa guadagnarsi un posto tra le stelle dello sci italiano. Speranza ambiziosa, ma giustificata da quanto fatto vedere dalla Brignone a Garmisch, su un tracciato massacrante, con un piano finale ostile alle caratteristiche delle azzurre. E in più ci si è messa la nebbia a rendere difficili le cose, rinviando di due ore la partenza della prima manche. Un'attesa ben digerita da Federica: scesa col pettorale numero 9, la milanese ha fatto segnare il 2° tempo, a soli 34 centesimi dalla Maze, brava a sfruttare il numero uno. Ma il capolavoro la Brignone l'ha realizzato nella seconda discesa, tracciata dal tecnico italiano Stefano Costazza: una manche meno veloce e più tecnica, come piace alle azzurre. Battere la francese Tessa Worley, padrona quest'anno in gigante (tre vittorie) e protagonista di un'incredibile rimonta dopo il 19° posto della prima discesa, non era semplice. Ma Federica ce l'ha fatta con classe, disegnando le linee come già dieci giorni fa ad Arber-Zwiesel, quando era stata battuta solo dalla tedesca Rebensburg. Purtroppo anche a Garmisch la Brignone si è dovuta accontentare del 2° posto, beffata per un nonnulla dalla Maze, alla seconda medaglia in Germania dopo l'argento della supercombinata. «Ma sono felicissima – ha commentato la milanese –speravo in una medaglia, ho cercato di rimanere tranquilla e mi sono detta: "O la va o la spacca". Ai Mondiali è così, è andata bene e dedico questo argento alla mia famiglia. Vincere la Coppa del mondo? Magari, ma è per ora non ne parliamo». Felice, nonostante l'ennesima medaglia di legno, è anche Denise Karbon: «Ho fatto tanta fatica per tornare in forma dopo gli infortuni – ha spiegato la 30enne di Bressanone, due podi mondiali ma anche due quarti posti a Val d'Isère 2009 – questo risultato vale come una medaglia». «Sono felice per le ragazze – ha chiuso il direttore agonistico Claudio Ravetto – ci tenevo davvero. E sabato, nello slalom, attenzione alla Moelgg».

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