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Daniele Palizzotto Il ruggito di Leonardo è servito.

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Perrecuperare i cinque punti di svantaggio dalla vetta, però, ai nerazzurri non basterà quanto visto al Franchi, dove l'Inter soffre oltremodo nonostante il fortunoso vantaggio iniziale. Dopo 6', infatti, i nerazzurri sfruttano al meglio un contropiede avviato da Stankovic e rifinito da Eto'o con l'involontaria ma decisiva collaborazione del giovane Camporese, sventurato nel deviare nella propria porta il cross del camerunese. Da quel momento, però, l'Inter si ritrae nella propria metà campo e viene investita dalle folate della Fiorentina. Ci provano Mutu, Behrami, Gamberini, Santana e poi anche Ljajic, subentrato al 27' proprio all'argentino infortunato, finché al 33' arriva il pareggio: il merito è del crossatore Pasqual, la maldestra collaborazione porta la firma di Julio Cesar, sorpreso e ingannato dalla traiettoria del pallone. A quel punto i nerazzurri provano a prendere in mano la partita, ma le occasioni migliori ce l'ha ancora la Fiorentina con Gilardino, Mutu e Ljajic. Tanta fatica, un solo gol. Nella ripresa la squadra di Mihajlovic paga inevitabilmente lo sforzo. Gilardino, per la verità, avrebbe sui piedi l'occasione del vantaggio, ma la spreca anche per l'ottimo recupero di Ranocchia. E allora l'Inter capisce che il peggio è passato e comincia a spingere sulla destra con Maicon. A risolvere la pratica, però, ci pensa il solito Eto'o, che al 17' salta Camporese e serve a Pazzini un assist d'oro. La Fiorentina è stanca, ci prova il solo Ljajic, ma non basta. Vince l'Inter, Leonardo festeggia, perde la voce e, in perfetto stile Mourinho, lascia la parola a Beppe Baresi. «Questa vittoria è importantissima – spiega il vice allenatore nerazzurro – abbiamo sofferto perché la Fiorentina è in forma e ha giocato un ottimo primo tempo. Se abbiamo stilato una tabella-punti per recuperare il Milan? No, siamo indietro e dobbiamo vincere sempre: ogni partita è una finale». Come insegnava Mourinho.

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