È nata una stella
E sono tre. Dopo l'oro in superG e il bronzo in discesa, nel giorno di San Valentino Christof Innerhofer conquista un fantastico argento nella supercombinata mondiale ed eguaglia il record di Zeno Colò, unico italiano tre volte sul podio nella stessa rassegna. Era il 1950 e si correva ad Aspen, in Colorado. Sono passati 61 anni e a Garmisch, in Germania, l'Italia ha trovato un campione assoluto e festeggiato un risultato storico: nella gara dominata dal norvegese Svindal, Peter Fill ha infatti chiuso al 3° posto, per una doppietta azzurra che mancava a livello mondiale dal 1997, quando Deborah Compagnoni e Lara Magoni dominarono lo slalom di Sestriere. Sarà l'aria tedesca, o forse la magica camera 220 dell'Hotel Waxenstein, dove Innerhofer e Fill dormono insieme. Compagni di stanza e di successi, Christof e Peter, autori di una prova perfetta nei due atti della supercombinata. Se, però, le ottime prestazioni in discesa erano previste e financo attese (3° tempo per Innerhofer, 4° per Fill), il doppio capolavoro in slalom è stato una piacevole sorpresa. Merito anche del tracciato disegnato dal tecnico azzurro Max Carca, che ha esaltato le doti degli sciatori italiani. Innerhofer, Fill e il giovanissimo Pangrazzi, bravissimo a recuperare dal 14° posto della discesa all'ottima 6ª piazza finale, hanno interpretato al meglio le traiettorie della ripidissima pista Gudiberg, perdendo pochissimo da specialisti come lo svedese Myhrer e l'austriaco Raich, mentre Miller, Ligety e Zurbriggen venivano traditi da dossi e buche. «Ancora non ci credo - ha commentato un emozionato Innerhofer subito dopo la gara - nella parte finale della discesa ero stanco, pensavo di aver esaurito le energie. Credevo di avere il 15% possibilità di conquistare il podio. Poi sono salito al 17, numero che mi porta fortuna. Mi sono detto: «Inner, stringi i denti e vai giù al meglio, un minuto passa in fretta. Hai una grande occasione e non devi buttarla via. È andata bene, sono proprio i miei Mondiali». E sono anche i Mondiali dell'Italia, a quota 4 medaglie prima delle gare tecniche, tradizionalmente favorevoli agli azzurri. I sei podi record di Sestriere 1997 non sono così distanti. Intanto Innerhofer si gode il suo primato: «A Garmisch mi vogliono adottare - ha sorriso il 26enne di Brunico - ma il mio Mondiale finisce qui, non farò la gara a squadre perché sono stanco. Certo una quarta medaglia non mi sarebbe dispiaciuta». Innerhofer tornerà presto a casa, dove lo aspetta una grande festa per i successi mondiali, magari insieme all'amico Fill. «Siamo compagni di camera e andiamo d'accordo - ha raccontato Christof - anche se siamo diversi: io sono estroverso, lui serio e preciso, in pratica la moglie ideale. Stiamo bene, parliamo di sci, linee da seguire, tattica. Peter è un grande e merita davvero la medaglia, perché ha sofferto molto per una pancreatite che ha colpito il padre negli ultimi mesi». Ed è proprio al papà che Fill ha voluto dedicare il bronzo della supercombinata: «Questa stagione è stata molto difficile per me - ha spiegato commosso il 28enne di Bressanone, alla 2ª medaglia mondiale dopo l'argento nel superG di Val d'Isère due anni fa - sono molto legato a mio padre, appena finivo le gare correvo in ospedale per stargli vicino. Questa medaglia è per lui, perché trovi la forza di reagire alla malattia e torni quello di sempre».