Derby di nobiltà
Una volta era una partita di livello, prima di diventare una sorta di sfida tra nobili decadute, tra due squadre che contavano poco per la lotta scudetto o comunque per la zona alta della classifica. Oggi invece Roma-Napoli torna ad essere una gara di vertice, una sfida tra «grandi»: anche se entrambe le squadre devono ancora superare l'esame di maturità imposto da questo campionato anomalo. Ci arrivano in maniera diversa: la Roma con un maledetto bisogno di punti, consapevole del fatto che perdere vorrebbe dire abbandonare del tutto i sogni scudetto (ammesso che ancora ce ne siano) e compromettere seriamente la possibilità di centrare quel quarto posto che vale la Champions del prossimo anno. E se non è un'ultima chiamata ci assomiglia molto, perché Ranieri & Co. sanno benissimo che non possono più sbagliare: soprattutto uno «scontro diretto» come quello contro il Napoli. La squadra di Mazzarri invece piomba a Roma col vento in poppa, da grande rivelazione della stagione, e con la voglia di restare incollata al Milan (che tra le squadre di vertice è quella che ha la giornata migliore: in casa contro il Parma) e un Cavani pazzesco. È lui l'uomo nuovo del campionato, pezzo fondamentale di questo Napoli (non è un caso se le ha giocate tutte finora), in grado di realizzare diciotto gol con la maglia partenopea e a sole quattro reti dal «top score» di un napoletano in campionato: i 22 gol di Vojak nel lontanissimo campionato 1932-33. Numeri che non fanno che rafforzare quanto detto e scritto sul talento al servizio di Mazzarri che con Lavezzi e Hamsik completa un trio delle meraviglie che ha fatto danni più o meno ovunque quest'anno. Le preoccupazioni di Ranieri, che oggi spera nel miracolo del ricorso per la squalifica di Mexes, è proprio quella di riuscire ad arginare la velocità di quei tre lì davanti. Ma, viste le forze in campo, sarà una sfida interessante tra due squadre che cercheranno di farsi del male sfruttando soprattutto la fase offensiva. In questo senso Ranieri sta abbastanza tranquillo visto quanto fatto vedere dai suoi in questo ultimo squarcio di stagione. Ai tre di Milano bisognerà aggiungere l'esperienza di capitan Totti che smaltita la febbre rientrerà nel turn-over previsto dal tecnico giallorosso. Fantastici i segnali arrivati dalla Francia riguardanti Menez migliore in campo nella «classica» sfida al Brasile, così come molto buona la gara di Borriello nella ripresa giocata con la maglia azzurra a Dortmund. Ma, paradossalmente, è proprio lui quello che al momento rischia di rimaner fuori, pur essendo il più prolifico (ha realizzato dieci gol nelle 21 partite di campionato giocate con la maglia della Roma). La cosa importante è che Ranieri abbia spiegato bena a tutti i suoi uomini cosa vuol dire la parola «turn-over».