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Sabato nobile e lo spezzatino continua

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Dunquesiamo a prospettive ormai consuete, un sabato da fuoco e fiamme, una serata festiva nobilitata da quello che era il derby d'Italia, la trasferta dell'armata di Leonardo all'Olimpico juventino, un pomeriggio domenicale da pennichella. Anche perché, a parte l'impegno a Brescia della Lazio che è pur sempre la quarta forza del campionato, la partita di maggior spessore, il Palermo tritacarne del Barbera contro la Fiorentina in ripresa, è in programma all'ora dell'aperitivo o, se preferite, del brunch. La inaugura il Milan, questa affascinante vigilia, al Meazza arriva il Parma finora più sfortunato che realmente negativo, come testimonia anche il rigore regalato ai viola al Tardini. Sarà anche un po' stanco, Ibra, ma chi se lo trova di fronte si diverte poco, oltre a tutto Allegri recupera altre pedine di lusso, uno in campo tra Pirlo e Seedorf, forse perfino Nesta, le premesse per un ulteriore tentativo di fuga ci sono tutte. A sera, riflettori accesi su quello che era stato il derby del Sud o anche derby del sole, previste all'Olimpico migliaia di tifosi napoletani, in dubbio che tutti siano muniti della famigerata tessera del tifoso, al solito polizia mobilitata come se l'Italia non avesse altri problemi seri da fronteggiare. Diviso in questi giorni, il popolo romanista, tra la lettura dei quotidiani sportivi e di quelli economici, l'attesa per l'arrivo dei liberatori è forte, speriamo nessuno si sogni di inventare intralci: come la fantasiosa storia dell'emiro che aveva fatto naufragare la trattativa con Soros, non proprio un poveraccio. Caduta al settimo posto, complice anche la neve di Bologna, la Roma ha visto ridimensionare le sue ambizioni dai cinque gol del Meazza, stavolta la sfida è forse ancora più impegnativa. Non bastasse la felice ispirazione del Napoli, il micidiale trio d'attacco di Mazzarri troverà l'opposizione di una linea difensiva mutilata. Respinto secondo previsioni il ricorso per Mexes, Ranieri dovrà arrangiarsi con Cassetti centrale e Rosi sulla fascia destra, restano i dubbi sulla prima linea, uno resterà fuori ed è sperabile che non si tratti del Menez protagonista a Parigi e tanto meno di Vucinic, inventore di gioco e di gol. Non si respira, a Trigoria, quella serenità che il Ranieri della prima stagione era riuscito puntualmente a trasmettere, prima di trovarsi a gestire, come adesso, un gruppo scontento e poco in sintonia con le decisioni del tecnico. La conferenza stampa di vigilia ha esibito un allenatore con i nervi a fior di pelle, l'unico ritaglio di umorismo, involontario, dedicato alla fiducia nel recupero di Adriano, nelle sue mani un futuro glorioso, purtroppo il tifoso ha poca voglia di ridere. Non resta che auspicare un gradevole spettacolo in campo, ma soprattutto, dagli spalti, un sensibile omaggio al vivere civile.

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